Archivio mensile:Marzo 2017

Ispirazioni improvvise

Salvo dal caos degli archivi di Facebook quanto ho annotato oggi:

Ascolti una canzone, di quelle storiche, di quelle che canticchi senza neanche accorgertene e puntualmente arriva IL VERSO che suona “strano”. Nella fattispecie, quello di oggi parlava di occhi, anche con accezione negativa (“occhi come due pezzi di vetro“, non esattamente un complimento) che richiamano però, ribaltandone il senso di 180 gradi, due pezzi di cristallo neri sbirciati dall’obbiettivo della reflex e immortalati in una delle ultime foto, facendoti venire voglia di farne un’altra quanto prima

Fotografare per sè o per gli altri

Quando non si è fotografi di professione le foto si fanno più per se stessi che per gli altri, certo si cerca di scattare foto che piacciano ad altre persone ma soggetti e tecniche le decidiamo noi, anzi a volte odiamo le ingerenze esterne come già dico qui, ma non ci tiriamo indietro quando ci chiedono le “nostre” foto per un evento, allora si deve scattare anche foto che non si farebbero mai.

Ho detto “anche”, non “solo”. Resta la visione di chi scatta, restano gli interessi per soggetti e tecniche, restano le motivazioni per cui si scatta una foto invece di un’altra e capita che in una festa si scatti foto a gruppi di persone che non si conoscono (cosa che altrimenti eviterei) e si cerchi di svicolare per scattare le proprie foto tra un gruppo e l’altro. A cose fatte è ovvio che un amatore metta davanti le foto che lui ha cercato, usi quelle per promuovere anche le altre e il motivo è semplice: scattando quelle foto ha sentito “il brivido” dello “speriamo che non la sbagli”, le altre si fanno al meglio, ma se non dovessero uscire pazienza (diversamente da un professionista non si perdono soldi).

Alla fine bilancio di un evento si riduce a: foto che soddisfano il committente e foto che si è riusciti a realizzare per se, tutto al netto delle foto mancate in entrambi i due gruppi precedenti

Così scatti ed elabori più di duecento scatti, ne scegli una buona parte ma ne solo una decina o meno ti appartengono davvero e sono quelle che mostrerai orgoglioso al mondo, in mille varianti diverse (perchè bisogna esercitarsi SEMPRE).ma sai già che quelle foto verranno giudicate (se sei un amatoriale) più per la ricorrenza del soggetto che per le “mille varianti”.

Ragazzi, parliamoci chiaro, se ho scelto un ritratto in particolare è OVVIO che mi piaccia il soggetto, ma “piacere” quando vedi il mondo attraverso un mirino significa realizzare la foto “potenziale” che avevi appena visto nel mirino. Dopo aver fatto calcoli, valutato luci, limato l’inquadratura e maledetto ogni singolo imprevisto che rischia di farti sbagliare tutto, hai quello che cercavi da tutta la sera. Mi potrò godere la cosa o no? 😉

Beh, in attesa della Deepcon di Fiuggi tra un mese, godetevi l’ultimo evento cliccando sulla foto sotto:

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