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Parliamo di podcast

Un argomento che non ho mai trattato in maniera specifica su questo blog è il fenomeno del podcasting, probabilmente perchè ne sono un semplice fruitore e non sono mai stato coinvolto attivamente alla realizzazione di qualche episodio, colmiamo questa lacuna.

Cos’è un podcast? Un podcast nasce come la naturale evoluzione del “programma” delle radio libere la cui trasmissione non viene fatta in diretta ma attraverso file registrati e inseriti su siti web che li indicizzano e li tengono in ordine, siti che tramite il protocollo RSS permettono agli utenti di “abbonarsi” in modo da ricevere gli aggiornamenti della pagina in modo automatico, in modo da conoscere se è stata rilasciata una nuova puntata, detti file audio venivano poi caricati su un lettore mp3 per essere ascoltati in giro, un po’ come si faceva con le cassette e i Walkman, se aveste visto Tredici, beh avremmo in quelle sette cassette lasciate dalla protagonista un podcast ante litteram (oltre che macabro). Dal podcasting sono derivati gli Youtuber, ma questa è un’altra (spesso triste) storia.

Allora, abbiamo il nostro bel sito web con tutte le puntate messe lì in buon ordine che aspettano solo di essere scaricate e ascoltate (oggi si possono anche ascoltare in streaming, ma vedrete che dei podcast preferiti vorrete avere le puntate salve sul vostro disco, da ascoltare alla bisogna senza scaricarle ogni santa volta), come gestire il tutto da utenti “normali”? Se siete utenti Apple avete iTunes e magari la app Podcast per iOS che vi risolve alla grande il problema di gestione dei vari “canali” e archivi, tutti i grandi network radiofonici sono iscritti al portale della Mela, dalle applicazioni potrete conoscere la pubblicazione di nuovo contenuto, il suo eventuale download, ascolto e successiva archiviazione su disco. Come detto sopra però il podcast non serve solo a recuperare la trasmissione radiofonica, il bello arriva dai podcaster puri, non c’è argomento che non venga trattato, analizzato e sviscerato davanti ad un microfono, provare per credere. Se non avete dispositivi Apple potete chiedere a Google, PlayStore incluso, basta inserire “podcast manager” nella casella di ricerca e il gioco è fatto, anzi potete (e dovete) farlo anche se non vi piacessero le soluzioni di Apple.

Parlando di Apple, nello specifico, iTunes ha un sacco di podcast raggiungibili dalla sua interfaccia ma può sempre capitare che uno scelga di non iscriversi ai servizi di indicizzazione di Apple, beh per fare in mod che iTunes gestisca questi podcast bisogna iscriverli tramite la voce nel menu File “iscriviti al podcast” in cui inserire il link del feed RSS, esattamente come si fa con i programmi non-Apple. Al momento non posso garantire che la cosa funzioni con la app per iOS che però dovrebbe prendere i dati dalla sincronizzazione via iCloud.

Un’ultima cosa prima di darvi una piccola lista dei miei podcast preferiti (assolutamente non esaustiva, anticipo).

Molti mi fanno la classica domanda che fa un po’ cascar le braccia: “Sì ma poi quando li ascolto?”. Beh la durata di un singolo episodio varia da una mezz’ora a un’ora, massimo due; i programmi ricodano dove eventualmente si interrompe l’ascolto per cui si può ascoltare la trasmissione a pezzi, lo si faceva quando si usavano gli iPod con la rotellona, che erano sostanzialmente un dispositivo in più da portarsi in giro che non ti faceva nemmeno sentire il cellulare, oggi avete le cuffiette dello smartphone nelle orecchie per periodi di tempo compatibili alla durata di un episodio, lo avete collegato all’impianto stereo dell’auto, magari siete pendolari con ore a disposizione per leggere un capitolo di un libro, fare un po’ di conversazione e/o ascoltare qualcosa dallo smartphone, cosa ascoltare è affar vostro, ma non dite che non avete tempo. più che altro è pigrizia di imparare a gestire qualcosa di nuovo. MA credetemi se vi dico che la “gestione” di una manciata di podcast da seguire è meno difficoltosa dell’uso “standard” di Facebook.

La lista.

Dovete combattere col vostro aggeggio tecnologico? Volete vincere? Volete soltanto solo stare aggiornati su quello che succede in ambito social, sicurezza informatica (alla portata dei non esperti), bufale che girano indisturbate per i pascoli di internet? Il Disinformatico fa al caso vostro.

Appassionati di fantascienza? senza tirarla troppo per le lunghe: Fantascientificast

Il podcast da cui è derivato il precedente, dedicato alla scienza reale, non fiction: Scientificast

Giochi da tavolo o di società che dir si voglia. Molti si stupiscono che “da grandi” si giochi ancora a giochi il cui scopo non sia perdere soldi in modo idiota, solo per condividere una serata con gli amici, tra chiacchiere e tiri di dadi: Il dado incantato

Un network italiano di podcast culturali: Querty

Non linko quelli dei network radiofonici che sono solo una sorta di radio on-demand, quelli che fanno capo a grosse organizzazioni come le decine di feed che fanno capo alla NASA Quelli potete trovarveli più facilmente usando i motori interni delle app o google

Quanto vale la Mela sul cofano

Dopo il passaggio da MacBook Pro a iMac sono rimasto scoperto sul fronte mobilità, l’iPad è semplicemente troppo piccolo per gestire tutto ciò che mi serve gestire, per esempio le foto in viaggio: con l’iPad posso giusto visualizzarle e fare una selezione sommaria ma lo sviluppo dei Raw è pressoché impossibile, la loro archiviazione sul tablet è pure utopia. MI trovo nella condizione di dover cercare un nuovo portatile che faccia però solo una frazione di quanto faceva il Macbook Pro, essendo in grado di usare wan he Windows e Linux e avendo ancora le rate del fisso ho deciso di cercare qualcosa non Apple.

Pesavo fosse cosa facile ma senza licenza di Windows si trova roba scarsissima e un medio livello con Linux tra certificazioni dell’assemblatore e hardware buono si paga quasi quanto un Apple.

Ecco le specifiche non negoziabili del portatile che cerco

  • 15″ Display di qualità media buono per fotoritocco 
  • Core i5 per prestazioni adeguate a un invecchiamento non troppo rapido
  • Almeno 8 GB di Ram ma deve garantire un’espandibilità almeno a 16GB
  • Disco fisso aggiornabile usando solo un cacciavite almeno mezzo tera
  • USB3
  • Dimensioni e peso contenuti (no ultraleggero ma entro i 3 Kg)

Queste quelle negoziabili:

  • SSD di serie (ho il vecchio crucial del MacBook che potrebbe sostituire o affiancare quello di serie)
  • Doppio slot per Had Disk (sacrifichiamo pure lo spazio del DVD)
  • Uscita HDMI (me ne faccio poco, ma se c’è non ci sputo sopra)
  • Scheda video discreta.

Quando ci voglio spendere? Non più di 700€. Altrimenti prendo un MacBook Air, finché resta a listino.

Invece mi trovo portatili che vanno da 750€ a 1200€ e penso: MA di cosa si lamentano quelli a cui Apple non piace tanto da darti del pirla per aver acquistato i suoi computer. Tutti a dire che costano troppo senza spere che costano pèoco di più e funzionano tanto meglio. (Fanno eccezione per il momento i nuovi MacBook Pro con Touchbar che hanno l’unico difetto del prezzo stratosferico)

Logitech K480: velocissima recensione a caldo

Scrivo due righe per recensire e testare al volo una tastiera Bluetooth per dispositivi mobili.

La Logitech K480 è una tastiera Bluetooth pensata per essere usata con tablet e cellulari (infatti per momentanea indisposizione del mio iPad la sto usando con l’iPhone) cosa che fa abbastanza strano poichè la tastiera è di dimensioni molto generose, dimensioni da scrivania più che da ginocchia, con un solco in cui alloggiare il dispositivo a mo di leggio.

Primissima impressione: strano, parecchio strano. La tastiera è più grossa di una tastiera Apple, il piano dei tasti è molto più in alto rispetto a una tastiera normale, la corsa dei tasti è lunga ma la risposta è ottima dando una buona sensazione di solidità, ma occorrono dita ben allenate o le falangi cominciano a dolere (puff pant, maledette tastiere comode!). NOnostante tutto mi piacciono le tastiere su cui si può pestare senza preoccuparsi di sfondare i tasti è questa è una di quelle

Facilità dell’accoppiamento? Bisogna passare dal pannello delle impostazioni ma si fa in fretta e si fa una volta sola poi la tastiera ricorda fino a tre dispositivi richiamabile con l’apposito selettore (per esempio, sapendo di doverla usare per lo più con l’iPad, ho usato per l’iPhone la posizione 2, la numero 3 la userò per un vecchio tablet usato da mio nipote su cui spero di insegnargli a “scrivere al computer”).

Il prezzo: tutto sommato non cara, aggiungiamoci che l’ho presa con un’offerta durante il Prime Day di Amazon, direi: quasi regalata. (Meno di 1/4 rispetto alla Magic Keyboard 2 della Apple, non ho idea della proporzione con la tastiera-cover dell’iPad Pro)

Il vero giudizio a una tastiera credo si possa dare solo quando si verrà costretti a cambiarla per logorio delle parti, fino ad allora il giudizio è “promossa”.

Apple Watch anticipato

IMG_2611OK, lo avevo scritto anche qui che non avrei preso il modello attuale (perchè prima o poi l’intenzione di prendere uno smartwatch c’era). alla fine ho preso la versione Sport perchè l’Apple Watch “senza niente dopo” costava troppo e i cinturini d’acciaio o non mi stavano o costavano il rene residuo (il primo lo davo per l’orologio).

Ma allora, se vedevo tutti questi “contro”, perchè l’ho preso?

Perchè i “contro” stanno praticamente tutti là sopra, se ci si accontenta della versione Sport, abbellita da nuovi modelli molto più gradevoli da portare sul polso, l’Hardware pressocché identico alle versioni più costose, idem le funzioni, le app terze in aumento esponenziale, un nuovo OS che lima i difetti della prima release e amplia le funzioni a disposizione degli sviluppatori, mi hanno fatto dire “Perchè non adesso?”

Uso molto le notifiche dell’iPhone e tengo il telefono nel taschino della camicia col risultato che d’inverno devo recuperarlo da sotto il maglione, l’Apple Watch è sempre a colpo d’occhio, non mi disturba avere “un coso” sul polso, semmai mi sento perso senza, nonostante che guardi l’ora anche nell’angolino in alto a destra del Mac. Quindi lo smartwatch a me serve, o, meglio, ne faccio un uso conguro e consapevole.

Funziona?

Risposta brevissima: .

Ce l’ho al polso da meno di ventiquattro ore quindi non ho potuto apprezzare davvero tutte le funzioni e tutte le app che avevo già pronte per essere installate dall’iPhone, per cui un parere migliore mi riservo di scriverlo in questo o in un altro post tra qualche tempo. Ma la prima impressione è più che positiva.

IMG_2606Packaging enorme per un orologio, consiglio ad Apple di usare qualcosa di più compatto nei modelli futuri, mi ha ricordato la valigiona di cartone e polistirolo in cui era custodito il mio vecchio iBook 12″ (polistirolo a parte), gigantesca se rapportata alla scatoletta del successimo MacBook Pro 13″.

Il cinturino in fluoroelastomero e meno gommoso di quanto pensassi, la cassa più piccola di quanto immaginassi (l’ìorologio precedente era più grande), lo schermo leggibilissimo anche con caratteri piccoli, buono il contrasto. Materiali e colori… di classe Apple, non è cheap.

Sistema di configurazione diverso dal solito con cose da fare dall’orologio e un pannello di controllo sull’iPhone da imparare voce per voce, il manuale utente scaricabile da iBooks che a metà mi ha causato giramenti di testa simili a quando studaivo roba parecchio nozionistica. Mi hanno rallentato un po’ come non mi succedeva da anni con un prodotto Apple, 24h dopo sto ancora imparando (OS X lo imparai in meno di due mesi di uso, ma lo usavo proficuamente dopo qualche ora). capire quando usare la corona, quando scorrere col dito quando cliccare e quando toccare non è immediatissimo, ma si impara. Il Force Touch con feedback tattile la prima volta che si vuole personalizzare un quadrante fa temere di aver sfondato lo schermo :-), non è un gadget per chi non vuol imparare a usare gli smartphone, soprattutto preparatevi a usare molto la voce, quindi a far sentire i fatti vostri a chi vi sta intorno :-), l’alternativa è la nuova tastiera di iOS 9 sul fido IPhone, ma se si sta in bilico su un autobus o in metro magari uno “Sto arrivando” con posizione allegata vi viene comodo mandarlo dall’orolozio usando le risposte preimpostate.

Digital Touch poco utile non avendo altri contatti con Apple Watch a cui mandare “Apple Poke” colorati, selezione dei contatti preferiti che ti fa amare la corona digitale.

Al momento solo i suoni mi convincono poco e la misurazione delle pulsazioni ogni tanto sbarella, ma, almeno per i primi, magari devo ancora imparare a configurarli bene. vedremo in seguito.

Batteria, sentenza non definitiva visto che era previsto un consumo maggiorne nei primi giorni: non ha raggiunto le 20h di prima carica, ma credo che il giorno e mezzo possa farlo senza problemi.

App incluse per la salute… a me servono poco, le sto provando ma sono per lo più una curiosità.

App di terze parti, è stato saggio in fase di prima configurazione non installare tutto subito ma aggiungere solo quelle utili dopo l’aggiornamento a Watch OS 2, devo fare una leggera scrematura dopo aver constatato l’immaturità di alcune di esse e la ridondanza di altre. Ho scoperto di avere 7GB di spazio totali. A proposito, non capisco perchè Apple non dichiari in modo palese la capacità degli orologi, ma tant’è! Stupiscono alcune assenze come per esempio Watsapp di cui si ricevono solo le notifiche ma non riesco a rispondere ai messaggi dalle stesse nonostante la funzione sia prevista. Consiglio comunque di dettare testi brevi, facendo finta che si tratti sempre di Twitter con i suoi 140 caratteri, altrimenti passate la palla all’iPhone tramite handoff o vi ritroverete con ripensamenti, ripetizioni e improperi all’inidirizzo di Siri, soprattutto le prime volte. 🙂

Edit Serale. da stamattina alle 10:30 con un uso che definirei medio-alto la batteria ha poco più 3/4 di carica, considerato che adesso si ha la possibilità di usare Apple Watch anche come sveglia notturna da comodino a patto di metterlo in carica direi che il problema autonomia è un non problema, anche perchè in meno di due ore l’orologio fa il pieno o quasi.

Acquisto promosso anche se comunque i margini di miglioramento ci sono e si sentono (e non tutto è colpa di Apple)

Not so Dumb Watch

Il mio vecchio orologio al quarzo ha cominciato a perdere colpi più o meno a ottobre scorso. Tempismo perfetto se si volesse prendere un Apple Watch, pensereste voi. Col cavolo, vi risponderei io.

Apple Watch esattamente come ogni opera prima  di Apple pare che si rivelerà un costoso giocattolino che tra le altre cose ci dirà che ora è. 340 Euro non li trovo esagerati per un buon orologio, sia chiaro, ma magari un buon orologio dovrebbe tenere almeno 15 ore di carica, e mi tengo basso. Gli ho voluto concedere il beneficio del dubbio aspettando che uscisse, ma Apple ha tardato troppo e il nostro appuntamento è rimandato almeno di un lustro; c’è tutto il tempo per fare un buono smart watch, quindi.

Ho dato sfogo a un mio vecchio desiderio: la linea Kinetics di Siko, volevo farla finita con le pile a bottone e ci sono (quasi) riuscito.

(null)
nel mirino uno dei nuovi calibri Kinetic Drive, poi, complice un’offerta su BuyVip ho riiegato su un Kinetic semplicissimo con la sola data come complication (si chiamano complication tutte le funzioni extra degli orologi: cronometri, datari, fasi lunari, secondo fuso orario e così via).

Ce l’ho al polso da pochi giorni e a parte una falsa partenza devo dire di esserne soddisfatto, quadrante chiaro e leggibile, datario che non avevo al polso da una ventina d’anni… tic-tac di ordinanza più tic-tac di ricarica.

Il movimento Kinetic possiamo definirlo un ibrido: movimento automatico e al quarzo con una batteria ricaricabile al posto della molla caricata da un bilanciere inerziale, mi ha fatto storcere il naso dopo la prima notte fermandosi a 5 ore da che l’avevo tolto dal polso, poi ho scoperto che il mio modello non ha la funzione di Energy saving che blocca le lancette pur mantenendo il conteggio del tempo, ma da quando lo si fa ripartire (nel mio caso, per la prima volta) deve stare una decina di ore al polso per accumulare carica a sufficienza e io i primi due giorni lo levavo spesso per tentare la regolazione del cinturino in acciaio, cosa rivelatasi piuttosto ostica.

Leggendo opinioni in giro e stando a quanto riporta il manuale di istruzioni, la batteria tampone ricaricabile dovrebbe durare da 7 a 10 anni, poi andrà sostituita (a caro prezzo), sperando in un colpo di fortuna spero di prendere un Apple Watch di decima generazione, sempre che la batteria e la durata generale siano più che discrete.

iSSD

Oggi finalmente il mio MacBook Pro 13″ mid 2009 (per gli amici: Pippo) ha ricevuto un drive a stato solido come da tempo programmato.

I piani originali prevedevano l’adozione di una plancia da montare al posto del masterizzatore in cui alloggiare un secondo disco poiché ho necessità di avere parecchio spazio per le foto che scarico dalla reflex, ma le cose sono andate meglio del previsto.
Mentre mi informavo sulle procedure, sulle difficoltà dell’intervento radicale richiesto da kit come quello dell’optibay, i dubbi aumentavano sempre di più, dal solo SSD ero giunto alla conclusione di dover prendere anche in altro HD a piatti rotanti per poter abilitare la modalità Fusion drive, poi sono arrivati dubbi sulla bontà di questa soluzione con dati che vengono spostati spesso da un drive all’altro, logorando quello a stato solido per nulla, poi i dubbi su dove mettere i due drive visto che il masterizzatore è molto vicino a uno dei punti caldi del portatile, insomma molti dubbi che si univano all’unica certezza di una spesa importante da non sbagliare.

Mi procuro un kit per riparazioni professionale da iFixit per evitare di friggere le schede toccandole maldestramente con le dita grosse che mi ritrovo, un bel giorno mi ritrovo a parlare di prezzi di SSD su Facebook e mi viene lo schiribizzo di controllare i miei soliti siti di e-commerce informatico. Scopro che nel mio budget (350€ max per SSD e 100-150€ per l’altro disco più optibay) adesso trovo anche dischi SSD di capacità adeguata e così mi sono buttato su un Crucial M500 da 960GB20140513-195423.jpg. Nel frattempo che il prezioso oggettino giungesse nelle mie mani mi sono informato su TRIM e OS X, firmware SSD da aggiornare e, ancora più importante, LA scelta: clonazione del disco di sistema o ripristino da TimeMachine?

La prima questione viene risolta da Trim Enabler, piccola utility che per 10$ ti fa anche le ottimizzazioni ad hoc al portatile (come lo spegnimento del sensore di movimento, inutile con un SSD); tutto perchè Apple abilità il Trim solo per i dischi marchiati Apple, il firmware nuovo da installare sul disco ha proprio una patch specifica per il mio modello, quindi va fatta assolutamente, ma convincere il firmware a mettersi su una chiavetta è stato impossibile, si opta quindi per un CD masterizzato appositamente per i pochi mega di DOS e firmware, da installare prima di OSX. L’ultimo punto dipende dalla tempistica e dalla necessità di usare o meno il portatile nel frattempo, inoltre serve un’altra applicazione per la clonazione maggiormente compatibile con l’ultimo OS X.

Domenica, durante l’ultimo backup di TimeMachine il disco di backup si sconnette per motivi ignoti mandando tutto all’aria, oggi finalmente il disco arriva ma devo rimettere prima in pista il disco verificandolo con l’apposita utility di OS X, la procedura prende tempo, decido di muovermi verso la clonazione e scarico il software SuperDuper, gratuito per le semplici clonazioni, a pagamento se si vogliono funzioni evolute, monto il nuovo in una scocca esterna USB2 e mi accingo alla clonazione che però porta troppo tempo e il portatile resterebbe comunque inutilizzato, ritorno verso la “via” TimeMachine, visto che il disco aveva fatto diversi backup ed era aggiornatissimo a dieci minuti prima dell’avvio della clonazione; faccio solo un test di avvio dalla chiavetta con su Mavericks che avevo creato qualche mese fa, dopo il rilascio di OS X 10.9.2. Tutto a posto!

Chiudo lo schermo, prendo il set di cacciaviti iFixit e apro il fondo del portatile, rimuovo il fermo del disco fisso lo prendo delicatamente in mano e stacco il connettore SATA… notato nulla? NON AVEVO SPENTO IL PORTATILE!!! In fretta rimonto il disco, prendo la placca di alluminio che sta sul fondo, l’appoggio senza fissarla con le viti, giro il tutto sulle mie ginocchia, apro il laptop e lo spengo, constatando che OS X non si era accorto di nulla. (Chiunque sia quello che ha progettato lo stop dei Mac: GRAZIE!) Monto finalmente il disco, richiudo tutto e vado a recuperare il CD-ROM su cui avevo masterizzato l’utilità per flashare l’SSD con il nuovo Firmware, due volte il giro della procedura di boot perché l’EFI fa il permaloso, parte il CD-ROM, fa tutto lui visto che rileva solo un disco aggiornabile e invece di 30 o 60 secondi ce ne impiega almeno 120, facendomi sudare freddo.

Nel momento in cui sto scrivendo il sistema è in ripristino e ci dovrebbero volere ancora tre ore, dovrei pubblicare questo post proprio dal mio MacBook rivitalizzato domani, dopo aver corretto tutto sull’interfaccia web di WordPress, visto che quello della app fa ancora cagare.

THE DAY AFTER Mac ripristinato con ampio anticipo sui tempi previsti, il post ripristino è un po’ schizofrenico perchè OS X deve riscrivere tutta una serie di file e l’accelerazione è appena percepibile, al momento le applicazioni partono al volo poi “si fermano a rifletere”. Di certo no ho lo spunto che avrebbe su un MacBook di due anni più giovane , il mio bus è esattamente la metà della banda massima utilizzabile dal disco.

OS X SSD

Apple TV, Bianca contro “Nera 3th Gen”

Apple TVSeguendo le serie TV in originale da diversi anni mi sono dovuto destreggiare tra diversi formati audiovideo digitali, solo da pochi anni sto cominciando a prendere contenuti in HD, perchè l’hardware collegato alla TV (e la TV stessa) solo da pochi anni può riprodurli in modo soddisfacente. Sono passato da un videoregistratore digitale che arrivava al 480p solo in formato divX, all’attuale Apple TV di terza generazione, passando da un’apple TV bianca modificata con ATV distribuito da Firecore.

Passata l’era di chiavette da inserire nella USB del lettore da salotto (e saltuariamente di DVD riscrivibili di vari formati), sono passato, una volta messe le mani su un TV LCD full HD, alla Apple TV bianca che leggeva file da un disco esterno (quello interno da 160 GB l’ho lasciato alle funzioni del firmware Apple) e da un server DLNA situato al piano di sotto, che ha poi alimentato iPad e iPhone tramite apposite app. Avendo un ecosistema Apple completo la transizione verso formati come h.264 e container come .mp4 è stato naturale, ormai il DivX lo gestisco solo su un sottoinsieme del mio hardware targato Apple, da un annetto uso addirittura metadati iTunes-friendly cosicché sulla tv ho pensionato (con dispiacere) XBMC, rendendo del tutto inutile le modifiche della Apple TV bianca, ritrovandomi con hardware vecchio, che legge al massimo file 720p, sempre che non stessi facendo lo streaming da NAS.

xbmcPiccola parentesi su XBMC. l’ho trovato la soluzione ideale fin da subito, molto meglio di Plex, solo che necessita di un hardware ben superiore a quello della prima Apple TV perchè renda al massimo. ottima dote di plugin per archiviare i contenuti, scaricare i sottotitoli e, nelle ultime versioni, gestire anche un sintonizzatore TV USB. Unica pecca: non legge i metadati dei file per cui i titoli si possono aggiungere solo collegandosi a Internet, ma esistono degli editor esterni del database che mitigano la cosa.

Il sistema pressocché chiuso di Apple (solo i formati che piacciono a lei, veicolati solo da iTunes, con una gestione dei sottotitoli piuttosto ostica se non si dispone dei software giusti) mi aveva fatto propendere per un modello di prima generazione (1.5 per la precisione) che aveva anche un disco fisso, quindi non ero costretto a fare lo streaming dei contenuti via Internet (mio errore di valutazione, come vi spiegherò tra poco), sapevo dell’esistenza di aTV che ne estendeva le funzioni rendendola un vero mediacenter aggiungendoci Perian e alcuni player e XBMC (Per Apple TV bianca si ferma alla versione 10). Con questa configurazione ho campato bene due o tre anni, poi sono cominciati i problemi di compatibilità con i film a noleggio di iTunes, i nuovi profili h.264 venivano gestiti male, i file erano troppo grossi per uno scrolling fluido (Fast forward e rewind), anzi spesso crashava del tutto, io nel frattempo mi armavo degli strumenti giusti per rendere digeribili i file mp4 a iTunes senza doverli ricodificare e quindi senza perdere qualità. Esistono programmi che scrivono solo il container se il video e l’audio sono codificati con lo stesso formato con cui li si vuole. in soldoni se ho un AVI codificato in h.264 e lo voglio trasformre in m4v (l’estensione mp4 che legge iTunes) non devo ricodificare il video ma riscrivo il file secondo le specifiche Apple (nel 99% delle volte un mp4 standard sotto falso nome falsa esensione). Per i sottotitoli mi è bastato usare iSubtitle per inserire nel file i dati del solito file .srt.

Apple TV 3Mi decido alla sostituzione non avendo quasi più bisogno della parte estesa, complici le offerte del Black Friday scorso prendo la Apple TV di terza generazione, il mostro che nessuno riesce a scardinare.

Piacevolmente sorpreso, mi ritrovo con un piccolo dispositivo che, disco a parte, colma i limiti del precedente modello. video HD fluidi ottima velocità di streaming nella rete locale con segnale Wi-fi dimezzato, gestisce i noleggi dei film fatti sul computer perfettamente e con la sola necessità di autorizzare la riproduzione del film la prima volta, Ottima la grafica per le serie TV e finalemnte ho tutti i dati inseriti del file audio-video letti correttamente. Avessi un iDevice di ultima generazione con Bluetooth LE avrei pure fatto la prima configurazione senza sforzo (provate voi a inserire una password lunga coi tasti direzionali del telecomando).

Prossimo passo, tra un annetto, l’acquisto di un mini NAS da salotto come il QNAP HS-210

Nuvole e (conseguente) pioggia

Ho sempre pensato che il cloud fosse una buona alternativa, ma che non dovesse soppiantare la possibilità di mantenere i dati utili e quelli critici in locale, per questo preferivo la soluzione ibrida di Apple iCloud a quella più pura di Google, tralasciando il fatto che entrambe hanno fatto grossi danni. Da un po’, però, anche Apple ha aumentato il quantitativo di dati “solo online” e per chi come me (e i miei corregionali) vive in zone telematicamente degradate la cosa rappresenta un problema.

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Ciao Steve

20111006-124113.jpgOggi il mondo perde uno dei suoi geni, si poteva essere d’accordo o meno con le sue visioni ma è indubbio che segnassero una via che in molti seguivano e, in alcuni casi miglioravano, il suo torto spesso era quello di voler vivere delle proprie idee… Chiamatelo scemo!

Il Mac ha sempre esercitato un certo fascino e stavo quasi per cascarci, prendendo uno degli All in One che la Mela vendeva quando se la passava male, l’ho sempre ringraziato mentalmente chi mi dissuase perchè provai un iMac Tangerine con OS 9 e mi sembrò di fare un rodeo… E stiamo parlando di iMac. Quando anni dopo ordinai il mio iBook avevo in testa un grosso punto interrogativo fino a quando non ebbi fisicamente il portatile tra le mani, sparì rapidamente dopo poche ore d’uso; fu sostituito da un grosso punto esclamativo quando dopo un mesetto mi trovavo ad usare le scorciatoie da tastiera, cosa che 15 anni di Windows non avevano fatto minimamente.
Per farla breve, sto scrivendo questo post da un iPad 2 usando la app di WordPress; dove voglio arrivare? È tutto merito (o colpa, per qualcuno) di Steve Jobs, nel bene o nel male in informatica siamo dieci avanti rispetto ad un universo parallelo in cui Jobs non è mai esistito.

Non posso parlare per gli altri ma di sicuro mi mancherà. E non lo conoscevo

Stando sotto un melo a ritoccar foto in compagnia di un leone

Un titolo wertmülleriano per un post che toccherà un paio di aspetti delle mie recenti transizioni all’interno del mondo Apple. La prima, quella che si sta risolvendo in modo positivo vede un uso del tablet per compiti in cui prima usavo il portatile (relegando quest’ultimo a ruoli meno mordi e fuggi); l’altra, che comincia a rivelare sorprese non sempre gradite, il passaggio a Mac OS X Lion

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