Archivi categoria: Soggetti

Fotoritratti

Mi hanno fatto LA domanda. Più precisamente una ragazza che non ama farsi fotografare e che io pendo un po’ in giro fingendo di scattarle foto mi ha chiesto: “Ma perchè proprio alle persone le devi fare? Non sono più belli i paesaggi e le case?” Mia risposta: “Dopo un po’ mi scocciano, anche perchè le case interessanti del paese le ho fatte tutte.” Il problema, comunque, era il suo che non ama i suoi ritratti e non il mio che cerco il contatto emotivo con un’altra persona. Perchè sostanzialmente di questo si tratta: due individui che entrano in contatto mediati dalla macchina fotografica, la rilettura di una persona attraverso i miei occhi e la mia sensibilità, ciò che io percepisco di lei che non corrisponde necessariamente al suo modo di vedersi. È proprio allora, anzi, che avviene il miracolo, che seppur nel mio piccolo faccio arte.

Sono timido, anche abbastanza introverso e non mi apro facilmente al resto del mondo, la fotografia è la scusa che mi costringe a interagire con un’altra persona, che mi fa piovere addosso complimenti e critiche con cui fare i conti, stupire qualcuno con un suo ritratto alimenta un ego che di solito se ne sa rintanato all’ombra incerto se il mondo ce l’abbia con lui o se neanche ci si accorge che esiste. Dopo quest’anno, poi, ogni ritratto riuscito è stato un vero toccasana per il morale e per fortuna ce ne sono stati, prima che la dipartita della batteria della macchina fotografica mi costringesse a uno stop forzato a Ferragosto. rivedere una conoscente, portatrice di una delle più belle paia di occhi che ricordi e che dieci anni fa avrei voluto fotografare ma non ho mai avuto il coraggio di proporglielo, certo com’ero di un rifiuto. Beh, quest’anno due foto al volo le ho fatte e sono anche venute bene. Magari la prossima volta riesco a convincerla a migliorare il risultato. 🙂

La cosa non è mai facile e bisogna parlare chiaro e giocare pulito, spesso (quasi sempre) la foto si ruba per poi farla vedere a chi si vuole coinvolgere (ovviamente non si fa con le perfette sconosciute) e quindi chiedo il permesso di pubblicarla. Quest’anno è capitato che qualcuna non capisse che se chiedo qualcosa voglio una risposta precisa a cui attenermi e non un “Sì per non dire No”, questo perchè si cerca la spontaneità e bisogna poi convincere chi non si sente portata per posare, conquistarne la fiducia per farla mettere in gioco, da amatoriale non faccio le cose in modo serioso, chiedo a gente che conosco abbastanza da potermici rapportare in modo cordiale e amichevole, con cui si riesce a scherzare in modo da non far pesare loro la presenza dell’obiettivo

Ultimo paragrafo dedicato all’immancabile stupidario. Ci metterei anche l’episodio raccontato all’inizio ma lì la cosa è dettata dall’eccessiva oggezione per la macchina fotografica, peggio dicono i soliti che pensano che lo faccia per avvicinare ragazze che voglio “farmi”, come nel miglior luogo comune, gente che mi chiede se proporrò un nudo alla tal modella (mi si sta candidando ad asssistente? Peccato che, nel caso, molto probabilmente lei avrebbe unA assistente per trucco e parrucco e il o la mia assistente starebbe un passo dietro di me). Fatico a levarmi da torno gente che ci scherza su “troppo”, nel senso che va bene una battuta ogni tanto, ma incedere sulle solite battute sessiste e maschiliste quando magari ci stanno anche alcune candidate presenti non credo giovi alla causa. Ultimo caso: di fronte a uno dei miei ultimi bianco e nero, uno se n’è uscito con “Anch’io ho fatto una foto a TIZIA, solo che l’ho fatta senza filtri”. Non ho potuto che rispondere un diplomatico “Anch’io!” Indicando la foto.

Prima o poi farò anche il post sui filtri, anche se temo che saranno caratteri sprecati, proprio come il 99% dei filtri usati su Instagram.

AAA cercasi modella

Quest’anno volevo dedicarmi al ritratto posato, sono riuscito a organizzare con fatica una sessione con un’amica un mesetto e mezzo fa, dovendo riadattare le richieste iniziali e incassando una mezza defezione (dovevano essere in due a posare). Ovviamente chiedo a ragazze che conosco, con le quali sono un minimo già in confidenza, nessuna con esperienza, almeno nessuna esperienza di tipo professionale, quindi bisogna starci dietro anche solo per farsi dare una risposta.

Non sono un professionista, d’accordo, loro non sono modelle professioniste ma non riuscire a trovare mezz’ora di pomeriggio di un giorno della settimana mi sembra “strano”, infatti a furia di insistere qualcuna ha confessato l’imbarazzo. Che ci sta tutto! Assolutamente, sono il re degli introversi (sì, va be’!) capisco che stare davanti ad un obiettivo non è facile, soprattutto se dietro c’è uno con cui magari si starà pure in confidenza ma ti dice come metterti, se sorridere o meno… beh, anche essere quel tizio non è facile, credetemi. 🙂

Poi ho riflettuto: alcune di queste ragazze sono le stesse che quando non riuscivo a partecipare ad un evento venivano ad insistere perchè cambiassi idea. “Come ce le fai tu, le foto, noi non siamo in grado di farle coi cellulari”, dicevano quando davo loro l’alternativa del fai da te. Certo ne ero anche lusingato, ma queste si fidavano della mia tecnica quando sto in una situazione che la foto sono praticamente costretto a tirarla via in un secondo e non si sono fidate di me quando la foto era pensata, soppesando la luce e la profondità di campo, il loro modo di guardare in camera, preoccupandomi di farle venire be(ll/n)e come non mai. Non è paradossale?

Vorrei riuscire a spiegare loro che l’imbarazzo fa parte del gioco, ma si sciacqua via con del sano cazzeggio e un po’ di fiducia in quello che faccio.

Dai, mettiamoci in gioco!

Ispirazioni improvvise

Salvo dal caos degli archivi di Facebook quanto ho annotato oggi:

Ascolti una canzone, di quelle storiche, di quelle che canticchi senza neanche accorgertene e puntualmente arriva IL VERSO che suona “strano”. Nella fattispecie, quello di oggi parlava di occhi, anche con accezione negativa (“occhi come due pezzi di vetro“, non esattamente un complimento) che richiamano però, ribaltandone il senso di 180 gradi, due pezzi di cristallo neri sbirciati dall’obbiettivo della reflex e immortalati in una delle ultime foto, facendoti venire voglia di farne un’altra quanto prima

Fotografare per sè o per gli altri

Quando non si è fotografi di professione le foto si fanno più per se stessi che per gli altri, certo si cerca di scattare foto che piacciano ad altre persone ma soggetti e tecniche le decidiamo noi, anzi a volte odiamo le ingerenze esterne come già dico qui, ma non ci tiriamo indietro quando ci chiedono le “nostre” foto per un evento, allora si deve scattare anche foto che non si farebbero mai.

Ho detto “anche”, non “solo”. Resta la visione di chi scatta, restano gli interessi per soggetti e tecniche, restano le motivazioni per cui si scatta una foto invece di un’altra e capita che in una festa si scatti foto a gruppi di persone che non si conoscono (cosa che altrimenti eviterei) e si cerchi di svicolare per scattare le proprie foto tra un gruppo e l’altro. A cose fatte è ovvio che un amatore metta davanti le foto che lui ha cercato, usi quelle per promuovere anche le altre e il motivo è semplice: scattando quelle foto ha sentito “il brivido” dello “speriamo che non la sbagli”, le altre si fanno al meglio, ma se non dovessero uscire pazienza (diversamente da un professionista non si perdono soldi).

Alla fine bilancio di un evento si riduce a: foto che soddisfano il committente e foto che si è riusciti a realizzare per se, tutto al netto delle foto mancate in entrambi i due gruppi precedenti

Così scatti ed elabori più di duecento scatti, ne scegli una buona parte ma ne solo una decina o meno ti appartengono davvero e sono quelle che mostrerai orgoglioso al mondo, in mille varianti diverse (perchè bisogna esercitarsi SEMPRE).ma sai già che quelle foto verranno giudicate (se sei un amatoriale) più per la ricorrenza del soggetto che per le “mille varianti”.

Ragazzi, parliamoci chiaro, se ho scelto un ritratto in particolare è OVVIO che mi piaccia il soggetto, ma “piacere” quando vedi il mondo attraverso un mirino significa realizzare la foto “potenziale” che avevi appena visto nel mirino. Dopo aver fatto calcoli, valutato luci, limato l’inquadratura e maledetto ogni singolo imprevisto che rischia di farti sbagliare tutto, hai quello che cercavi da tutta la sera. Mi potrò godere la cosa o no? 😉

Beh, in attesa della Deepcon di Fiuggi tra un mese, godetevi l’ultimo evento cliccando sulla foto sotto:

DSC_6429.jpg

Vinca la “migliore”

Stamattina guardando l’ennesima foto scelta tra quelle di un contest per foto instantanee ho pensato “non farei mai una foto simile perchè non metterei mai una modella in una posa tanto assurda e improbabile” (purtroppo me la sono persa) da lì ho riflettuto che ormai i contest li salto a pie’ pari perchè tanto non supero nemmeno la prima fase e non perché le mie foto fossero inferiori ad altre che invece l’hanno passata, semplicemente perchè mi piace tenere le foto “sporche” senza la patinatura di una foto a rivista, perchè ancora non sono così capace con la postproduzione e perchè comunque non avrei tempo per farla bene, soprattutto perchè non voglio togliere alla foto l’espressione del mood di quel momento (la differenza tra quando voglio quella foto a quando sono scazzato e scatto di fretta). Capisco che la cosa è personale e che non posso pretendere che una giuria si uniformi al mio pensiero ma dev’essere il contrario, ma tant’è: snobbo tutto, nemmeno mi prendo la briga di leggere i bandi di concorso e pazienza se “I contest ti danno idee su cosa scattare e ti permettono di migliorare confrontandoti con altri“.

STICAZZI!

Quella di sopra è una discreta favoletta che si racconta ai niubbi e adesso vi spiego perchè:

Col digitale partecipare ai concorsi fotografici è diventato semplice. Non bisogna scegliere lo scatto tra migliaia di foto o di provini stampati, capire quali miglioramenti si debbano apportare, farlo in camera oscura o chiedere al fotografo che ti stamperà il negativo di farlo (pagando salato), stampare in 18×20 almeno, spedire il tutto in una busta rigida e incrociate le dita attendendo risposta per posta. Oggi i più ci mettono meno di un’ora, al netto della post produzione. E non considero solo quelli che poi passeranno.

Conseguenza del primo punto è che le foto inviate saranno tantissime, troppe, la prima selezione dev’essere per forza un mero sgrossamento delle foto meno curate. Io e il grosso dei niubbi finiamo qui.

Bisogna poi distinguere i concorsi seri da quelli fuffa, truffaldini o fatti per acquisire foto gratuitamente (ho partecipato a qualcuno scientemente solo per segnalare la presenza delle foto fatte a un paio di concerti). I primi hanno regole più stringenti con argomenti più centrati, quindi con partecipanti di livello medio-alto e con meno folla. Ai secondi partecipano anche i “fotografi da Instagram”. Lasciate perdere se l’unica discriminante saranno i like sotto le foto, se vi chiederanno soldi, se vi chiedereanno di cedere ogni diritto sullo scatto, se saranno loro a contattarvi chiedendo di togliere licenze come la Creative Commons da uno scatto per farlo partecipare a un concorso (utenti da bloccare prima di subitoe scatto da monitorare grazie a Google Immagini diffidando e segnalando chiunque lo usi in modo improprio). Capita che le agenzie di PR di artisti chiedano le foto fatte dai fan da mettere sul loro sito paventando concorsi in cui al massimo si vincono le stesse foto autografate dall’artista SE la foto viene scelta. OK coi le foto le avreste fatte comunque ma magari la tappa del tour a cui partecipate non è tra le primissime e i vostri scatti sono uguali alle migliaia  di scatti che lo hanno preceduto, tentar non nuoce di certo, ma sperarci è da illusi. Intanto LORO hanno un archivio fotografico di tutto rispetto a costo zero

Se cercate ispirazione coi concorsi vedere prima quello che fanno i vincitori, POI decidete se e in quale mischia buttarvi.

Che mi fai una foto?

Scena: Esterno giorno. (Ma anche notte o crepuscolo, non fa molta differenza) Tu sei in giro a far foto per una qualsiasi ragione e Lui (può essere anche una “Lei” ma in questo post useremo il maschile perchè ci si riferisce al “Soggetto Indesiderato”) è lì ad aspettarti: seduto all’ombra su una panchina, appoggiato al muro, a spasso con altri amici e ti farà la richiesta:

– Che, mi fai una foto?

Con varianti ed eventuale aggiunta di complimenti alle tue doti di fotografo e/o alla qualità della tua attrezzatura, fregandosene se sta parlando a un professionista o ad un fotografo amatoriale. Tenete conto che Lui spesso fa false richieste: l’unica risposta che crede possibile è solo il “Sì” fa niente se voi state cercando altre tipologie di scatti e fa niente che lui abbia in tasca uno smartphone con cui farsi tutti i selfie che vuole; Lui vuole che voi gli facciate una foto, ovviamente gratis, anche se voi facendo foto ci campate.

Quanto segue è frutto della mia esperienza ed è indirizzata a chi ha appena cominciato a girare con reflex al collo, a chi ci gira già da un po’ (i commenti sotto possono ospitare anche condivisioni di esperienze o aggiunte alle casistiche) e a chi non sapeva di appartenere alla “categoria”.

Oh, intendiamoci non tutti quelli che chiedono foto sono soggetti indesiderati, ci sono anche i soggetti inaspettati, quasi tutti quelli a cui si risponde affermativamente.
A domanda si risponde, per educazione spesso non si dà un Sì o un No secchi ma si cerca di motivare il diniego o il consenso. Andiamo ad analizzare alcune risposte tipo partendo dai No per arrivare piano piano ai sì.

No

Mi spiace mi sta scappando un Pokemon

Scusa utilizzabile solo da chi sta usando uno smartphone: volete far scappare a gambe levate il vostro Soggetto indesiderato. Qualcuno si pentirà pure di avervi rivolto la parola, se va di culo vi levano anche l’amicizia su Facebook.

Ho la batteria scarica/Ho la memoria piena

Può essere vero oppure è solo una scusa, Non insistete, tanto la macchina si spegnerà subito prima di scattare o la foto non verrà salvata, in ogni caso è tempo perso per entrambi.

Sto scattando QUESTA COSA e la scheda non e mia

Anche qui vero o no, meglio non insistere soprattutto se il fotografo è un professionista (a cui comunque non andrebbe MAI chiesto in quel modo).

Non c’è luce

Sto fotografando un concerto e ho la macchina settata per la luce presente sul palco fare una foto a gente sotto il palco non è così automatico, se vi si dice no lo si fa a ragione, non insistete

Non ho l’ottica giusta

Come sopra se ho montato un super-teleobiettivo non chiedete foto o vi fotografo il neo sulla guancia non la vostra “bella” faccia, se poi siete anche in gruppo ateo anche la figura dei pirla. Stessa cosa se ho un obbiettivo cortissimo.

Devo correre a casa per mandare le foto via Internet

Ho promesso le foto a un giornale e devo correre per inviare le foto ad alta definizione via mail alla redazione NON HO TEMPO! RAUS!


SCATTO. Adesso devo scappare, te la do appena la sviluppo

Rifiutarla e perdere tempo per farvi capire il perchè, superando le vostre insistenza costa troppa fatica, scatto ma col cazzo che poi ve la do.!

Te la scatterei, ma lì non va bene

OK possiamo farla ma vi dico io dove e come farla. Se dobbiamo, almeno cerchiamo di farla bene.

OK, ma Senza flash farà schifo

OK la facciamo ma in queste condizioni non garantisco il risultato, risposta svogliata di qualcuno evidentemente scazzato ma che cerca lo scatto che magari fa svoltare la giornata. Portate pazienza e mettetevi in posa come dice lui.

Anche 10!

Tu chiedi a me di farti una foto? Mi togli dall’imbarazzo di chiedertene una! Se poi chiedessero il selfie insieme, è JACKPOT

In conclusione. Conviene chiedere foto solo a chi si conosce bene e si è in confidenza, gente che non dovete rincorrere per avere lo scatto (tranquilli che lui non lo farà mai se rientrate nelle prime 9 risposte). Chiedere a gente con cui non si è in confidenza espone se va bene a dinieghi, se va male a sonori “vaffa”.

E poi riflettete: lascereste una vostra foto nel telefono di un illustre sconosciuto?

I colori della Luna

A volte non pensiamo alle implicazioni più ovvie e serve qualche matto che te le faccia notare.

22/12/2014 Su Facebook leggo un post di Protesi di Complotto, nota pagina anti complottista che ironizza su alcuni complottari (movimenti e singoli).

 

“Cercate Luna a colori e informatevi” disse il complottaro. Per farmi due risate l’ho fatto e ho scoperto che la Luna non è così pallida come la si vede a occhio nudo o in una foto non filtrata. Nel senso che per mia fortuna Google mi ha messo in testa ai risultati siti di astronomia seri che hanno dato la dritta su come filtrare una foto fatta con un discreto teleobiettivo o, meglio, un telescopio. Io la reflex buona ce l’ho, il discreto teleobiettivo pure e le foto della Luna a varie esposizioni abbondano nel mio archivio. così seguendo le indicazioni: sbiancate e saturate, ho ottenuto lo scatto che potete ammirare qui sotto.Luna a colori-0045La foto l’ho fatta a mano libera con un 70-300 stabilizzato, l’originale RAW 24MPixel a 14 bit di profondità colore non aveva dominanti gialle, per cui ho soltanto portato al massimo la saturazione dei colori. Ecco i rossi e il nero più scuro dei basalti dei Mari Lunari che esce fuori rispetto allo scatto originale
DSC_0046.jpg

Ne farò presto una con macchina stabilizzata su cavalletto per scongiurare anche la minima possibilità di micromosso

Smile!

smileRiprendendo in mano la reflex tornano a galla i vecchi progetti che avevo messo in attesa per tempi migliori e più propizi. Fotografare in notturna d’inverno non è così invitante e dopo l’abbuffata “umana” della Deepcon i candidati al “ritratto dell’anno” latitano (fatta eccezione per le nipoti che si mettono in posa come vedono un obbiettivo).

Continua a leggere

Black and White

DSC_0729.JPG, originally uploaded by Sheldon Pax.

Approfittando di un evento Flickr ho preso la macchina fotografica e ho fatto un po’ di foto nel circondario. La natura dei soggetti e le condizioni meteorologiche da luce bianca lattiginosa mi hanno fatto propendere per del sano bianco e nero di cui potete vedere un esempio in questo post.

Continua a leggere