Archivi categoria: Hardware

Analfabetismo indifendibile

Quasi vent’anni fa io e altri amici universitari lasciammo i laboratori della facoltà perchè si sarebbe tenuto un corso di alfabetizzazione informatica per impiegati della PA. Era l’epoca in cui il mezzo gigaertz di clock era appannaggio delle CPU per workstation, epoca in cui capire la frase precedente era roba davvero per pochi; Internet si era appena affacciata al mondo dei “normali”, ma era ancora veicolata da tutta l’utenza “tecnica” professionale e non.

Il mantra di Bill Gates nei primi anni ’90 era “un computer su ogni scrivania”, dieci anni dopo i politici lucani hanno tentato, facendo già i primi danni, “il computer in ogni casa”, Steve Jobs dieci anni fa è riuscito a mettere un computer in ogni tasca (anche se non tutti hanno una mela sul retro). Purtroppo la cosa va vista come un mezzo disastro.

Avere uno smartphone non è obbligatorio, usare WhatsApp non è obbligatorio, stare su Facebook neanche, ma la gente  spesso vuole tutto questo anche se non sa accendere un PC (e men che meno lo sa spegnere), ma se venti anni fa era qualcosa su cui si poteva soprassedere, oggi è un’ignoranza ai limiti del tollerabile.

Hai uno smartphone in tasca, uno smartphone è un computer che telefona come un cellulare, ergo sei moralmente obbligato a conoscerne il funzionamento, a conoscere come ci si comporta in rete, a saper gestire i codici che accompagnano smartphone e servizi ad esso associati, ne più ne meno nella misura in cui si è obbligati a conoscere il codice della strada e i rudimenti di meccanica necessari a guidare un’auto.

Invece mi sento dire da gente che ha meno dei miei anni (i sesantenni li giustifico ancora perchè indotti all’errore da figli e nipoti) tutta una serie di cose che mi fanno inorridire, e non esagero:

  • Email? Non ce l’ho / Non la conosco / ma a che ti serve? (Richiesta per mandare qualche allegato che resti privato o che pesa troppo… o per riconfigurare l’accrocchio)
  • Password? Io non me la ricordo proprio, non l’ho segnata o forse l’ho scritta da qualche parte a casa (password principale del dispositivo, mica quella di un servizio di cui si può fare momentaneamente a meno)
  • Questo è l’affare, io non so come si accende e sì TI leggi il manuale e poi me lo spieghi (stocazzo, metti un’inserzione e rivendilo che ci fai una figura migliore)
  • Ma perchè usi sito/blog/Google(search)? Non è meglio Facebook? (NO!)
  • QualunqueMessenger? Ma contattami su Facebook (non siamo amici e non ci tengo ad aggiungerti, già darti quel contatto mi espone a materiale informaticamente radioattivo e non voglio la Sindrome Cinese Testicolare).

Se vi riconoscete in questi comportamenti buttate il vostro smartphone, regalate il tablet al nipote e fatevi un cellulare Brondi (ma non configurate MAI il tasto per le chiamate d’emergenza diretto). Chi ha imparato a usare queste cose non deve essere punito facendogli ripulire i vostri casini, altrimenti sottoscrivete un regolare contratto di assistenza a pagamento, che diamine.

P.S. Alla lista personalmente aggiungerei anche:

  • Che usi a fare Flickr, Facebook è meglio!

Non l’ho messa sopra solo perchè è una cosa decisamente personale ma vi farei alla piastra, come un’okonomiyaki (sperando che l’accento ci vada 😉 )

Quanto vale la Mela sul cofano

Dopo il passaggio da MacBook Pro a iMac sono rimasto scoperto sul fronte mobilità, l’iPad è semplicemente troppo piccolo per gestire tutto ciò che mi serve gestire, per esempio le foto in viaggio: con l’iPad posso giusto visualizzarle e fare una selezione sommaria ma lo sviluppo dei Raw è pressoché impossibile, la loro archiviazione sul tablet è pure utopia. MI trovo nella condizione di dover cercare un nuovo portatile che faccia però solo una frazione di quanto faceva il Macbook Pro, essendo in grado di usare wan he Windows e Linux e avendo ancora le rate del fisso ho deciso di cercare qualcosa non Apple.

Pesavo fosse cosa facile ma senza licenza di Windows si trova roba scarsissima e un medio livello con Linux tra certificazioni dell’assemblatore e hardware buono si paga quasi quanto un Apple.

Ecco le specifiche non negoziabili del portatile che cerco

  • 15″ Display di qualità media buono per fotoritocco 
  • Core i5 per prestazioni adeguate a un invecchiamento non troppo rapido
  • Almeno 8 GB di Ram ma deve garantire un’espandibilità almeno a 16GB
  • Disco fisso aggiornabile usando solo un cacciavite almeno mezzo tera
  • USB3
  • Dimensioni e peso contenuti (no ultraleggero ma entro i 3 Kg)

Queste quelle negoziabili:

  • SSD di serie (ho il vecchio crucial del MacBook che potrebbe sostituire o affiancare quello di serie)
  • Doppio slot per Had Disk (sacrifichiamo pure lo spazio del DVD)
  • Uscita HDMI (me ne faccio poco, ma se c’è non ci sputo sopra)
  • Scheda video discreta.

Quando ci voglio spendere? Non più di 700€. Altrimenti prendo un MacBook Air, finché resta a listino.

Invece mi trovo portatili che vanno da 750€ a 1200€ e penso: MA di cosa si lamentano quelli a cui Apple non piace tanto da darti del pirla per aver acquistato i suoi computer. Tutti a dire che costano troppo senza spere che costano pèoco di più e funzionano tanto meglio. (Fanno eccezione per il momento i nuovi MacBook Pro con Touchbar che hanno l’unico difetto del prezzo stratosferico)

Prime impressioni su New Nintendo 3DS XL

Il primo e unico Nintendo che ho avuto è stato un Watch & Games di MArio Bros 30 e passa anni fa. Poi h scroccato il GameBoy Color di uno dei miei fratelli e l’Advance e la Wii dell’altro. Le DS di entrambi non molto perchè mi sembrava esageratamente complessa per giochi che alla fine usavano sempre croce e due tasti, oprattutto ero nella fase di rigetto dello stilo (da prima che Steve Jobs mi desse ragione), usarlo anche per giocare mi sembrava folle.

Allora perchè sono capitolato e ne ho presa una che in più ha il 3D, che a me non piace a meno di non usarlo con visori stereoscopici? Colpa (anche) di Niantic che non mette uno straccio di palestra o Pokestop in paese e di mio nipote che vuole catturare i mostriciattolo tascabili… Beh, anch’io. In più quando provai Pokemon Blu su un emulatore Gameboy incluso a tradimento in una versione di SuSE Linux ci passai ore senza che me ne accorgessi, titolo/serie promossa sul campo e poi c’era la Virtual Consolle che mi allettava, quindi mi sono buttato anch’io.

Cosa posso dire dopo le prime 24h di utilizzo? Beh, il 3d “superstabile” e meglio di quanto pensassi ma non così buono da farmi cambiare idea sul 3dd su schermo in generale: non serve a un cazzo se non a farti venire le vertigini dopo dieci minuti. (Scusate il francesismo, ma se penso a quanto costa un film in 3d mi viene in mente di peggio). Però le app in realtà aumentata sono divertenti, discorso su 3d a parte.

Mentre aspetto la mia copia di Pokemon Sole ho preso una copia di Lego Marvel Super Heroes, non vi farò la recensione ma ancora non capisco perchè Sony su PSP ci mette una versione fedele alel consolle da salotto e Nintendo mette ‘na roba semplificata buona per uno smartphone di 4 anni fa. IL primo titolo Lego che mi ha lasciato parecchio perplesso e… cazzarola il 3D serve davvero a poco, soprattutto quando gli occhiali fannno sbarellare il riconoscimento del volto e tutto comincia a tremare e a sdoppiarsi.

Demo di Pokemon Sole/Luna: qualcuno ha un sedativo per scimmie? Il 3d non rompe, anzi è uno dei casi in cui si fa apprezzare.

Titoli Virtual Consolle: Al momento ho preso Super Mario Bros per NES e una raccolta di titoli Watch & Game che contiene anche quello che avevo io per GB Color: lacrimuccia in entrambi i casi e il 3d qui non c’è per ovvi motivi.

Gestione degli account Nintendo. Roba da lasciapassare A38 e mi fermo qui. Buono il sistema di fondi da ricaricare così poso acquistare una scheda in tabaccheria/ricevitoria e non do carte di credito in giro, alla fine chi vuol fregare qualcosa si trova solo i resti in centesimi di Euro.

Il baraccone pseudo social ereditato dalla Wii lo lascio perdere.

Il voto è un 8 pieno, se lasciassero perdere il 3D in Nintendo avrebbero tirato fuori una buonissima Consolle portatile che vanterebbe titoli che la farebbero vendere a occhi chiusi… e non per il sopraggiungere delle vertigini da 3D sfasato.

NB. La resa del 3d è buona ma se giocate in penombra e la telecamera vi perde o non capisce con quale angolo guardate lo schermo arrivano: sfarfallio, tremore delle immagini e sdoppiamento che ti fa perdere il senso dell’azione nel gioco. Titoli legati al marchio però lo supportano meglio anche come effetti (che non strafanno come in altre app o giochi), ciononostante comprare il 2DS significava chermo più piccolo ma consolle più grossa e preferivo il formato pieghevole di quella grande: alla peggio il 3d si può spegnere.

Logitech K480: velocissima recensione a caldo

Scrivo due righe per recensire e testare al volo una tastiera Bluetooth per dispositivi mobili.

La Logitech K480 è una tastiera Bluetooth pensata per essere usata con tablet e cellulari (infatti per momentanea indisposizione del mio iPad la sto usando con l’iPhone) cosa che fa abbastanza strano poichè la tastiera è di dimensioni molto generose, dimensioni da scrivania più che da ginocchia, con un solco in cui alloggiare il dispositivo a mo di leggio.

Primissima impressione: strano, parecchio strano. La tastiera è più grossa di una tastiera Apple, il piano dei tasti è molto più in alto rispetto a una tastiera normale, la corsa dei tasti è lunga ma la risposta è ottima dando una buona sensazione di solidità, ma occorrono dita ben allenate o le falangi cominciano a dolere (puff pant, maledette tastiere comode!). NOnostante tutto mi piacciono le tastiere su cui si può pestare senza preoccuparsi di sfondare i tasti è questa è una di quelle

Facilità dell’accoppiamento? Bisogna passare dal pannello delle impostazioni ma si fa in fretta e si fa una volta sola poi la tastiera ricorda fino a tre dispositivi richiamabile con l’apposito selettore (per esempio, sapendo di doverla usare per lo più con l’iPad, ho usato per l’iPhone la posizione 2, la numero 3 la userò per un vecchio tablet usato da mio nipote su cui spero di insegnargli a “scrivere al computer”).

Il prezzo: tutto sommato non cara, aggiungiamoci che l’ho presa con un’offerta durante il Prime Day di Amazon, direi: quasi regalata. (Meno di 1/4 rispetto alla Magic Keyboard 2 della Apple, non ho idea della proporzione con la tastiera-cover dell’iPad Pro)

Il vero giudizio a una tastiera credo si possa dare solo quando si verrà costretti a cambiarla per logorio delle parti, fino ad allora il giudizio è “promossa”.

Apple Watch anticipato

IMG_2611OK, lo avevo scritto anche qui che non avrei preso il modello attuale (perchè prima o poi l’intenzione di prendere uno smartwatch c’era). alla fine ho preso la versione Sport perchè l’Apple Watch “senza niente dopo” costava troppo e i cinturini d’acciaio o non mi stavano o costavano il rene residuo (il primo lo davo per l’orologio).

Ma allora, se vedevo tutti questi “contro”, perchè l’ho preso?

Perchè i “contro” stanno praticamente tutti là sopra, se ci si accontenta della versione Sport, abbellita da nuovi modelli molto più gradevoli da portare sul polso, l’Hardware pressocché identico alle versioni più costose, idem le funzioni, le app terze in aumento esponenziale, un nuovo OS che lima i difetti della prima release e amplia le funzioni a disposizione degli sviluppatori, mi hanno fatto dire “Perchè non adesso?”

Uso molto le notifiche dell’iPhone e tengo il telefono nel taschino della camicia col risultato che d’inverno devo recuperarlo da sotto il maglione, l’Apple Watch è sempre a colpo d’occhio, non mi disturba avere “un coso” sul polso, semmai mi sento perso senza, nonostante che guardi l’ora anche nell’angolino in alto a destra del Mac. Quindi lo smartwatch a me serve, o, meglio, ne faccio un uso conguro e consapevole.

Funziona?

Risposta brevissima: .

Ce l’ho al polso da meno di ventiquattro ore quindi non ho potuto apprezzare davvero tutte le funzioni e tutte le app che avevo già pronte per essere installate dall’iPhone, per cui un parere migliore mi riservo di scriverlo in questo o in un altro post tra qualche tempo. Ma la prima impressione è più che positiva.

IMG_2606Packaging enorme per un orologio, consiglio ad Apple di usare qualcosa di più compatto nei modelli futuri, mi ha ricordato la valigiona di cartone e polistirolo in cui era custodito il mio vecchio iBook 12″ (polistirolo a parte), gigantesca se rapportata alla scatoletta del successimo MacBook Pro 13″.

Il cinturino in fluoroelastomero e meno gommoso di quanto pensassi, la cassa più piccola di quanto immaginassi (l’ìorologio precedente era più grande), lo schermo leggibilissimo anche con caratteri piccoli, buono il contrasto. Materiali e colori… di classe Apple, non è cheap.

Sistema di configurazione diverso dal solito con cose da fare dall’orologio e un pannello di controllo sull’iPhone da imparare voce per voce, il manuale utente scaricabile da iBooks che a metà mi ha causato giramenti di testa simili a quando studaivo roba parecchio nozionistica. Mi hanno rallentato un po’ come non mi succedeva da anni con un prodotto Apple, 24h dopo sto ancora imparando (OS X lo imparai in meno di due mesi di uso, ma lo usavo proficuamente dopo qualche ora). capire quando usare la corona, quando scorrere col dito quando cliccare e quando toccare non è immediatissimo, ma si impara. Il Force Touch con feedback tattile la prima volta che si vuole personalizzare un quadrante fa temere di aver sfondato lo schermo :-), non è un gadget per chi non vuol imparare a usare gli smartphone, soprattutto preparatevi a usare molto la voce, quindi a far sentire i fatti vostri a chi vi sta intorno :-), l’alternativa è la nuova tastiera di iOS 9 sul fido IPhone, ma se si sta in bilico su un autobus o in metro magari uno “Sto arrivando” con posizione allegata vi viene comodo mandarlo dall’orolozio usando le risposte preimpostate.

Digital Touch poco utile non avendo altri contatti con Apple Watch a cui mandare “Apple Poke” colorati, selezione dei contatti preferiti che ti fa amare la corona digitale.

Al momento solo i suoni mi convincono poco e la misurazione delle pulsazioni ogni tanto sbarella, ma, almeno per i primi, magari devo ancora imparare a configurarli bene. vedremo in seguito.

Batteria, sentenza non definitiva visto che era previsto un consumo maggiorne nei primi giorni: non ha raggiunto le 20h di prima carica, ma credo che il giorno e mezzo possa farlo senza problemi.

App incluse per la salute… a me servono poco, le sto provando ma sono per lo più una curiosità.

App di terze parti, è stato saggio in fase di prima configurazione non installare tutto subito ma aggiungere solo quelle utili dopo l’aggiornamento a Watch OS 2, devo fare una leggera scrematura dopo aver constatato l’immaturità di alcune di esse e la ridondanza di altre. Ho scoperto di avere 7GB di spazio totali. A proposito, non capisco perchè Apple non dichiari in modo palese la capacità degli orologi, ma tant’è! Stupiscono alcune assenze come per esempio Watsapp di cui si ricevono solo le notifiche ma non riesco a rispondere ai messaggi dalle stesse nonostante la funzione sia prevista. Consiglio comunque di dettare testi brevi, facendo finta che si tratti sempre di Twitter con i suoi 140 caratteri, altrimenti passate la palla all’iPhone tramite handoff o vi ritroverete con ripensamenti, ripetizioni e improperi all’inidirizzo di Siri, soprattutto le prime volte. 🙂

Edit Serale. da stamattina alle 10:30 con un uso che definirei medio-alto la batteria ha poco più 3/4 di carica, considerato che adesso si ha la possibilità di usare Apple Watch anche come sveglia notturna da comodino a patto di metterlo in carica direi che il problema autonomia è un non problema, anche perchè in meno di due ore l’orologio fa il pieno o quasi.

Acquisto promosso anche se comunque i margini di miglioramento ci sono e si sentono (e non tutto è colpa di Apple)

I Android

images– Scusa, tu che ne capisci, ho il cellulare che non funziona, mi dici perchè?

  • Quale iPhone hai?

  • No, che iPhone, ho questo! – E mi presenta uno smartphone Android.

  • Ma io Android non ce l’ho, almeno mi sai dire che versione hai?

  • Versione? Di latino? AHAHAH!

Io aggrotto le sopracciglia per far capire che non m’ha fatto ridere nemmeno un po’

  • Almeno sai che cosa NON funziona?

… E qui le storie che hanno in comune questo incipit divergono. se l’individuo umanoforme che ho davanti gode delle mie simpative entro in geek mode e comincio a spippolare nelle impostazioni del telefono per cominciare ad orientarmi, altrimenti dichiaro la mia non cosocenza dell’accrocchio e, se marchiato da Samsung, propongo come soluzione la sostituzione con equivalente LG o Motorola.

Io non odio Android, per carità, è Samsung che non ho mai sopportato.

Qualcuno poi cominciava ad allargarsi:- Scusa ma mi fai cercare una cosa sul tuo iPad?

  • L’altro ieri per lo stesso motivo mi hai chiesto la password del Wi-Fi e ti ho accontentato, il cellulare ce l’hai, no?

  • Si ma ha lo schermo piccolo! (era un 4s)

Mo basta certi dispositivi sono personali, mi chiedi in prestito il fazzoletto? No, e ci credo visto che ci ho appena scaricato dentro il contenuto di due seni nasali. Attivare la modalità anonima sul browser? Ti guardano male perchè “non ti fidi”

Insomma, complice un’offertona su Saldi Privati ho comprato un tablettino Android, così almeno KitKat lo conosco bene, ho una piattaforma alternativa a iOS e posso usare la modalità multiutente così posso dire di offrire il tablet di cortesia.

La scelta è fatalmente cascata su un Asus Transformer pad Wi-Fi, motorizzato Intel ed equipaggiato con Android 4.4.2, il colore purtroppo è il bianco, la cover l’ho dovuta ordinare sul solito Amazon, ce l’ho in mano da quattro giorni e già sono emerse alcune magagne insieme ai pregi.

Android, come dicevo sopra lo conoscevo indirettamente tramite i soliti utonti che mi affidavano smartfone e tablet da rimettere in piedi. stavolta il niubbo sono io, ergo bisogna rimboccarsi le maniche e capire come si fanno le cose in casa Google.

Primo giorno dedicato all’approvvigionamento app e all’acquisto di una schedina microSD di capienza adeguata per venire incontro alle ridotte capacità mnemoniche del tablet acquistato (16GB), non scarico giochi e app ciccione, ce le ho sull’iPad, unica deroga data alle app librarie che ho anche su iPad perchè possono sempre servire, scarico le app per la ricevitoria e BUM primo intoppo con la filosofia Android. seguendo Play Store becco una fake dell’app Match-point, per trovare quella ufficiale devo andare sul sito preposto e scaricarla da là off-market, metodo meno sicuro, responsabilità più del committente che dello sviluppatore e di Google, ma l’utente rischia per una cavolata.

Mi serve la possibilità di ottenere lo screenshot, apriti cielo devo scoprirlo su Google che la combo cambia da dispositivo a dispositivo, io credevo che dipoendesse solo dalla versione di Android con poche eccezioni dovuto alla presenza o meno di pulsanti  a sfiornamento, invece bisogna ricorrere a San Google, o sperare nella facilità di raggiungimento dell’opzione (grazie Asus).

Altri punti positivi o negativi? No bene o male iOS e Android si equivalgono, l’architettura Intel, più performante rispetto ad ARM non consente di far confronti con l’iPad, il tablet è reattivo ma di far gare di velocità non mi è mai interessato per cui se sia o no più veloce o più lento di qualche secondo non me ne frega molto. Non noto differenze sostanziali.

L’hardware esterno però perde nei confronti di Apple e anche nei confronti del Tab 2 che ho avuto modo di usare (e flashare) in precedenza perde un po’. la scocca è plasticosa come i nonni EeePC, che non ho mai potuto digerire, il peso è importante, l’air che ha la scocca in metallo è molto più leggero, per esempio, la batteria ci mette un secolo a caricarsi, ma il cavo ci collegamento e ricarica è un microUSB e non è poco, anzi!

BAsta questo a farmi altare il fosso? Manco per niente. Android la valuto ancora come “alternativa”, ma preferisco spendere per avere assistenza, aggiornamenti, e app certe.

Le volpi e l’iUva

Premetto che questo post non è dedicato ai detrattori dell’iPhone & iC a ragion veduta, ma a tutti gli  “zampognari” che seguono il coro dei “Buuuh” senza sapere neppure di cosa parlano.

Partiamo dal caso che più mi ha fatto incavolare: il lancio di uova e farina a quelli in coda per l’iPhone 6 a Roma.

Premetto che è un’usanza che moi guardo bene dal condividere, per quanto mi piacciano i prodotti della mela, sono pigro e preferiso fare l’ordine online, ma non mi permetto di giudicare chi lo fa (al massimo li sfotticchio bonariamente). MAnia di protagonismo? Forse. Spendono troppi soldi per un telefono? Cazzi loro de delle loro banche, Uno può disporre dei suoi soldi come meglio crede, nei limiti della legge, o no?. Ma poi quella della fila davanti agli Apple Store è un’usanza nata con gli iPod e gli iMac colorati (non mi risulta li facessero per i Macintosh), erano una sorta di micro-convention di Apple fan e come tale v rispettata. Io personalmente compatisco i lanciatori, soprattutto se si scoprisse che poi vanno a prendersi a cazotti davanti ai cancelli dei grandi magazzini che fanno le supersvendite innaugurali o per i saldi di stagione (OK per i saldi ormai la ressa è solo un ricordo).

l’iPhone 6/6 Plus si piega? sicuri sicuri che non sia un caso di idiozia dell’utente? succede tutti gli anni e tutti gli anni la risposta è la stessa: “NON TENETE I CELLULARI NELLA TASCA POSTERIORE DEI PANTALONI E, SOPRATTUTTO EVITATE DI SEDERVICI SOPRA” un paio di video chiarificatori.

Notate la forza necessaria per piegarlo apposta, CULONI SBADATI!

IPhone pieghevole quanto altri di marche concorrenti:

Piccola nota a margine: uno che criticò (a ragione) Apple per l’antennagate di iPhone 4 mi ha chiesto perchè volessi vendergli anche il bumper insieme al telefono (sì ho intenzione di prenderelo, un 6). Quanti si ricorderanno dell’iPhone 6 pieghevole tra un anno, quando uscirà il prossimo iPhone da criticare?

iSSD

Oggi finalmente il mio MacBook Pro 13″ mid 2009 (per gli amici: Pippo) ha ricevuto un drive a stato solido come da tempo programmato.

I piani originali prevedevano l’adozione di una plancia da montare al posto del masterizzatore in cui alloggiare un secondo disco poiché ho necessità di avere parecchio spazio per le foto che scarico dalla reflex, ma le cose sono andate meglio del previsto.
Mentre mi informavo sulle procedure, sulle difficoltà dell’intervento radicale richiesto da kit come quello dell’optibay, i dubbi aumentavano sempre di più, dal solo SSD ero giunto alla conclusione di dover prendere anche in altro HD a piatti rotanti per poter abilitare la modalità Fusion drive, poi sono arrivati dubbi sulla bontà di questa soluzione con dati che vengono spostati spesso da un drive all’altro, logorando quello a stato solido per nulla, poi i dubbi su dove mettere i due drive visto che il masterizzatore è molto vicino a uno dei punti caldi del portatile, insomma molti dubbi che si univano all’unica certezza di una spesa importante da non sbagliare.

Mi procuro un kit per riparazioni professionale da iFixit per evitare di friggere le schede toccandole maldestramente con le dita grosse che mi ritrovo, un bel giorno mi ritrovo a parlare di prezzi di SSD su Facebook e mi viene lo schiribizzo di controllare i miei soliti siti di e-commerce informatico. Scopro che nel mio budget (350€ max per SSD e 100-150€ per l’altro disco più optibay) adesso trovo anche dischi SSD di capacità adeguata e così mi sono buttato su un Crucial M500 da 960GB20140513-195423.jpg. Nel frattempo che il prezioso oggettino giungesse nelle mie mani mi sono informato su TRIM e OS X, firmware SSD da aggiornare e, ancora più importante, LA scelta: clonazione del disco di sistema o ripristino da TimeMachine?

La prima questione viene risolta da Trim Enabler, piccola utility che per 10$ ti fa anche le ottimizzazioni ad hoc al portatile (come lo spegnimento del sensore di movimento, inutile con un SSD); tutto perchè Apple abilità il Trim solo per i dischi marchiati Apple, il firmware nuovo da installare sul disco ha proprio una patch specifica per il mio modello, quindi va fatta assolutamente, ma convincere il firmware a mettersi su una chiavetta è stato impossibile, si opta quindi per un CD masterizzato appositamente per i pochi mega di DOS e firmware, da installare prima di OSX. L’ultimo punto dipende dalla tempistica e dalla necessità di usare o meno il portatile nel frattempo, inoltre serve un’altra applicazione per la clonazione maggiormente compatibile con l’ultimo OS X.

Domenica, durante l’ultimo backup di TimeMachine il disco di backup si sconnette per motivi ignoti mandando tutto all’aria, oggi finalmente il disco arriva ma devo rimettere prima in pista il disco verificandolo con l’apposita utility di OS X, la procedura prende tempo, decido di muovermi verso la clonazione e scarico il software SuperDuper, gratuito per le semplici clonazioni, a pagamento se si vogliono funzioni evolute, monto il nuovo in una scocca esterna USB2 e mi accingo alla clonazione che però porta troppo tempo e il portatile resterebbe comunque inutilizzato, ritorno verso la “via” TimeMachine, visto che il disco aveva fatto diversi backup ed era aggiornatissimo a dieci minuti prima dell’avvio della clonazione; faccio solo un test di avvio dalla chiavetta con su Mavericks che avevo creato qualche mese fa, dopo il rilascio di OS X 10.9.2. Tutto a posto!

Chiudo lo schermo, prendo il set di cacciaviti iFixit e apro il fondo del portatile, rimuovo il fermo del disco fisso lo prendo delicatamente in mano e stacco il connettore SATA… notato nulla? NON AVEVO SPENTO IL PORTATILE!!! In fretta rimonto il disco, prendo la placca di alluminio che sta sul fondo, l’appoggio senza fissarla con le viti, giro il tutto sulle mie ginocchia, apro il laptop e lo spengo, constatando che OS X non si era accorto di nulla. (Chiunque sia quello che ha progettato lo stop dei Mac: GRAZIE!) Monto finalmente il disco, richiudo tutto e vado a recuperare il CD-ROM su cui avevo masterizzato l’utilità per flashare l’SSD con il nuovo Firmware, due volte il giro della procedura di boot perché l’EFI fa il permaloso, parte il CD-ROM, fa tutto lui visto che rileva solo un disco aggiornabile e invece di 30 o 60 secondi ce ne impiega almeno 120, facendomi sudare freddo.

Nel momento in cui sto scrivendo il sistema è in ripristino e ci dovrebbero volere ancora tre ore, dovrei pubblicare questo post proprio dal mio MacBook rivitalizzato domani, dopo aver corretto tutto sull’interfaccia web di WordPress, visto che quello della app fa ancora cagare.

THE DAY AFTER Mac ripristinato con ampio anticipo sui tempi previsti, il post ripristino è un po’ schizofrenico perchè OS X deve riscrivere tutta una serie di file e l’accelerazione è appena percepibile, al momento le applicazioni partono al volo poi “si fermano a rifletere”. Di certo no ho lo spunto che avrebbe su un MacBook di due anni più giovane , il mio bus è esattamente la metà della banda massima utilizzabile dal disco.

OS X SSD

E’ arrivato il Kobo Aura

Cambiai il Sony PRS-600 perché ero esasperato dallo schermo poco leggibile, scelsi un Cybook Orizon per la filosofia Open di Bookeen e la facile raggingibilità delle poche funzioni che hanno i suoi lettori, l’Orizon era il modello più innovativo, cosa che mi fece sperare nell’aggiunta successiva dei dizionari in seconda battuta, e i dizionari furono appannaggio del solo modello successivo, nel frattempo i miei problemi di lettura in poltrona erano sì migliorati dallo schermo opaco e con maggior contrasto del Sony, ma non erano svaniti. Nel frattempo sono usciti i reader E-Ink con fondo bianco e illuminazione led integrata. La panacea dei miei mali.

Aggiungiamoci una caduta che fa spezzare la solita cornicetta del Cybook Orizon, l’adozione di una copertina che faccia da ingessatura ai bordi feriti del lettore (che comunque funziona benissimo) e il tasto di accensione/spegnimento che diventa difficile da premere per le mie dita grandi: cominciavo a preferire troppo l’iPad, scomodo coi suoi 350 grammi e schermo LCD, ma perfettamente leggibile in condizioni di penombra.

Nel frattempo i prezzi dei lettori si fanno ancora più bassi e gli schermi più contrastati e con risoluzioni maggiori, Il Kobo Aura HD fa capolino sugli scaffali digitali di Kobo, pochi mesi prima avevo regalato un Kobo Glo a mia nipote per la Prima Comunione e non nascondo che ne avrei preso volentieri un altro per me, mentre sto rosicando per la voglia di leggere secondo i miei ritmi naturali la pila di ebook che mi attende nel Cybook, Kobo fa uscire una versione dell’Aura HD di sei pollici, contro i quasi sette della versione HD (praticamente è grosso quanto un iPad Mini e lo schermo E-Ink ha la risoluzione vicino a un Retina Display), il bello è che seppur più piccolo la risoluzione in dpi non cambia, hai la stessa chiarezza dei caratteri del fratellone maggiore e uno schermo tattile migliorato, aggiungete lo sconto natalizio fatto da Mondadori e un rimborso per un ordine sbagliato che copre abbondantemente la spesa a BUM, ho fatto l’ordine.

L’aspetto è quasi da mini tablet, mancando del tutto la cornice di plastica, ha solo due pulsanti per cui la navigazione è totalmente touch, se si aggiunge la copertina opzionale si ha lo stand-by automatico alla chiusura della stessa. La dotazione del software ha le solite funzioni di evidenziazione, note e segnalibri, tuttavia questi ultimi sono poco comodi perché richiamabili solo da sottomenu a tre livelli e non da una comoda interfaccia avanti-indietro né tantomeno dalla semplice pagina tramite orecchietta virtuale o cordoncino (come tra l’altro fa l’app iOS). Aspetto da migliorare in una prossima versione del firmware, spero. I dizionari funzionano bene e per l’Italiano abbiamo addirittura il Devoto-Oli, considerando che usavo lo stesso dizionario da iOS quando usavo il Cybook, direi che sono stato fortunato. 🙂 Sulla Reading Experience mi sono già espresso e l’unica funzione realmente utile è la condivisione in rete del comparto note e del punto di lettura. da segnalare l’integrazione con Pocket (ex Read It Later) per leggere in modo pulito contenuto web richiamabile dal browser in beta.

Non ho rilevato le striature che molti utenti della prima ora hanno notato sullo schermo, in compenso la connessione wi-fi s’impalla a volte uscendo dallo stand-by, speriamo risolvano presto, ma è un difetto veniale, visto che spegnendo e riaccendendo tutto va a posto.

Consigliato a tutti quelli che stanno nella mia stessa condizione a chi è stufo del recinto del Kindle, mentre chi ha un dispositivo con lo schermo e-ink paperwhite non aggiungerebbe niente di nuovo.

[Edit 27/07/2014] cancellato paragrafo su errore Wi-Fi perché corretto da tempo con un aggiornamento del firmware

Apple TV, Bianca contro “Nera 3th Gen”

Apple TVSeguendo le serie TV in originale da diversi anni mi sono dovuto destreggiare tra diversi formati audiovideo digitali, solo da pochi anni sto cominciando a prendere contenuti in HD, perchè l’hardware collegato alla TV (e la TV stessa) solo da pochi anni può riprodurli in modo soddisfacente. Sono passato da un videoregistratore digitale che arrivava al 480p solo in formato divX, all’attuale Apple TV di terza generazione, passando da un’apple TV bianca modificata con ATV distribuito da Firecore.

Passata l’era di chiavette da inserire nella USB del lettore da salotto (e saltuariamente di DVD riscrivibili di vari formati), sono passato, una volta messe le mani su un TV LCD full HD, alla Apple TV bianca che leggeva file da un disco esterno (quello interno da 160 GB l’ho lasciato alle funzioni del firmware Apple) e da un server DLNA situato al piano di sotto, che ha poi alimentato iPad e iPhone tramite apposite app. Avendo un ecosistema Apple completo la transizione verso formati come h.264 e container come .mp4 è stato naturale, ormai il DivX lo gestisco solo su un sottoinsieme del mio hardware targato Apple, da un annetto uso addirittura metadati iTunes-friendly cosicché sulla tv ho pensionato (con dispiacere) XBMC, rendendo del tutto inutile le modifiche della Apple TV bianca, ritrovandomi con hardware vecchio, che legge al massimo file 720p, sempre che non stessi facendo lo streaming da NAS.

xbmcPiccola parentesi su XBMC. l’ho trovato la soluzione ideale fin da subito, molto meglio di Plex, solo che necessita di un hardware ben superiore a quello della prima Apple TV perchè renda al massimo. ottima dote di plugin per archiviare i contenuti, scaricare i sottotitoli e, nelle ultime versioni, gestire anche un sintonizzatore TV USB. Unica pecca: non legge i metadati dei file per cui i titoli si possono aggiungere solo collegandosi a Internet, ma esistono degli editor esterni del database che mitigano la cosa.

Il sistema pressocché chiuso di Apple (solo i formati che piacciono a lei, veicolati solo da iTunes, con una gestione dei sottotitoli piuttosto ostica se non si dispone dei software giusti) mi aveva fatto propendere per un modello di prima generazione (1.5 per la precisione) che aveva anche un disco fisso, quindi non ero costretto a fare lo streaming dei contenuti via Internet (mio errore di valutazione, come vi spiegherò tra poco), sapevo dell’esistenza di aTV che ne estendeva le funzioni rendendola un vero mediacenter aggiungendoci Perian e alcuni player e XBMC (Per Apple TV bianca si ferma alla versione 10). Con questa configurazione ho campato bene due o tre anni, poi sono cominciati i problemi di compatibilità con i film a noleggio di iTunes, i nuovi profili h.264 venivano gestiti male, i file erano troppo grossi per uno scrolling fluido (Fast forward e rewind), anzi spesso crashava del tutto, io nel frattempo mi armavo degli strumenti giusti per rendere digeribili i file mp4 a iTunes senza doverli ricodificare e quindi senza perdere qualità. Esistono programmi che scrivono solo il container se il video e l’audio sono codificati con lo stesso formato con cui li si vuole. in soldoni se ho un AVI codificato in h.264 e lo voglio trasformre in m4v (l’estensione mp4 che legge iTunes) non devo ricodificare il video ma riscrivo il file secondo le specifiche Apple (nel 99% delle volte un mp4 standard sotto falso nome falsa esensione). Per i sottotitoli mi è bastato usare iSubtitle per inserire nel file i dati del solito file .srt.

Apple TV 3Mi decido alla sostituzione non avendo quasi più bisogno della parte estesa, complici le offerte del Black Friday scorso prendo la Apple TV di terza generazione, il mostro che nessuno riesce a scardinare.

Piacevolmente sorpreso, mi ritrovo con un piccolo dispositivo che, disco a parte, colma i limiti del precedente modello. video HD fluidi ottima velocità di streaming nella rete locale con segnale Wi-fi dimezzato, gestisce i noleggi dei film fatti sul computer perfettamente e con la sola necessità di autorizzare la riproduzione del film la prima volta, Ottima la grafica per le serie TV e finalemnte ho tutti i dati inseriti del file audio-video letti correttamente. Avessi un iDevice di ultima generazione con Bluetooth LE avrei pure fatto la prima configurazione senza sforzo (provate voi a inserire una password lunga coi tasti direzionali del telecomando).

Prossimo passo, tra un annetto, l’acquisto di un mini NAS da salotto come il QNAP HS-210