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C’era una volta un pandino rosso

imageUn piccolo post per giustificare un test da iPad. Un test che serve a valutare sia WordPress da interfaccia web su tablet, sia il browser col quale sto scrivendo il tutto.

10 anno fa una matricola si affacciava al grande pubblico (io e altri la usavamo già da prima, quando aveva un’altro nome). Firefox compie 10 anni e approda finalmente su iOS con una versione speciale basata su WebKit e non sullo storico Gecko.

ED È BELLISSIMO!

Creative Commons for dummies

Watermark FotoCome già detto in altri post un qualsiasi contenuto messo sul web non è automaticamente messo a disposizione per chiunque, il normale copyright vale, ma oltre al copyright ci sono diverse licenze che permettono usi più o meno liberi dei contenuti in oggetto: il Pubblico Dominio permette di usare un contenuto liberamente (fatto salvo il divieto di appropriarsi della paternità dell’opera) e poi, quelle che ci interessano le licenze che vanno sotto il nome collettivo di Creative Commons.

Le Creative Commons sono licenze che garantiscono sempre due cose: la paternità dell’opera e l’obbligo di ridistribuire il contenuto con la stessa licenza in caso di pubblicazione dello stesso contenuto o di una sua variante (ma delle varianti parliamo sotto). In parole povere io pubblico una mia foto sotto Creative Commons, Tizio vede la foto e la vuole per un articolo o un blog o per una voce di Wikipedia, Prende la foto, la mette insieme al suo testo e sotto la foto o in una nota a margine mi accredita lo scatto e NON mette Riproduzione riservata anche alla mia foto ma se il suo articolo è sottoposto a Copyright, deve escludere da esso la mia foto con una banale dicitura tipo “Vietato riprodurre il testo dell’articolo, Immagine xx di xxxxx rilasciata sotto Creative Commons…”.

Da quando ho cominciato a fotografare in digitale (12 anni fa, ormai) Ho sempre usato una licenza Creative Commons e mi sono sempre servito di Flickr per distribuirle anche in formato originale, col risultato (abbastanza lusinghiero per un fan/fotografo amatoriale) di vedere la propria foto associata alle pagine di Wikipedia di svariati attori che hanno ricoperti ruoli in Star Trek (anche il Capita dei capitani J.T. Kirk), senza che io facessi nulla per mettercele. Un’ottima palestra per scoprire da se quale stile rende e quale no, adesso potrei pure mettere un piede nel settore di distribuzione via Micro stock (non ho grosse prospettive, solo rientrare di qualche spesa o riuscire ad arrotondare i risparmi per qualche ottica nuova).

Con Facebook usare la Creative commons è particolarmente difficile in quanto bisogna trasferire i diritti di distribuzione ad esso, cosa vietata dalla CC; come conciliare allora i due aspetti? Io ho risolto (spero) modificando eventuali scatti in modo da essere malamente distribuibili, usando un watermark pesantissimo, tagliando parti generose dell’immagine e/o riducendo la risoluzione a valori buone al massimo per un bannerino (parlo dell’intero fotogramma, se lo scatto andasse ulteriormente croppato l’area utile diventa minore), costringendo chi la vuole a rivolgersi a Flickr e quindi accettando la Creative commons in uso per quell’immagine.

Come faccio in caso mi accorgo di violazioni della licenza o di uso impropriodi una mia immagine?

  1. Chiedo gentilmente la rettifica.
  2. Se la richiesta resta inascoltata aggiungo i crediti nei commenti linkando anche la pagina della Creative Commons
  3. Se fanno ancora orecchie d mercante li trolleggio su Facebook mostrandoli per i ladri di polli che sono

Fino ad ora hanno sempre sistemato o rimosso la foto, eppure non chiedo soldi, solo due minuti di uso consapevole della tastiera.

Diritti sPOSTati

Dopo l’ennesima condivisione serve un punto fermo da ricondividere all’occorrenza per cui riscrivo qui quanto già detto su Facebook, integrando anche qualcosa.

Non basta un post in legalese per proteggere la vostra privacy da Facebook, o per far valere copyright o quant’altro. PER ISCRIVERVI AVETE ACCETTATO CLAUSOLE CHE CEDONO L’USO DEI VOSTRI CONTENUTI A FACEBOOK. Come potete difendervi? Evitando di pubblicare i dati sensibili che non volete condividere col mondo intero. Per citare “qualcuno” evitate di farvi foto (o, almeno, di mettere su Internet) che non volete far vedere a vostra nonna. Non esiste amico fidato che non possa perdere il cellulare in strada, che non possa venire derubato, che non prenda virus che espongano il contenuto delle proprie memorie elettroniche a gente senza scrupoli, che al primo torto non si vendichi sputtanandovi sul web. Pensare che basti un post su un social a proteggere i propri contenuti è come fidarsi di un giubbotto antiproiettile fatto con la carta igienica bagnata, pensare a quanto sia opportuno pubblicare qualcosa PRIMA di farlo è l’unica cosa che protegga davvero

Se proprio volete negare diritti sulle vostre foto a Facebook avete due possibilità: cancellarvi del tutto dal social network richiedendo la rimozione di tutto quanto (cosa che comunque faranno con calma) oppure rendere le vostre foto poco appetibili con filigrane (quelle scritte che vengono sovraimpresse) abbastanza difficili da rimuovere senza tagliare malamente la foto. Questa è la soluzione che ho adottato per le mie foto. Un bollino che copre un intero angolo della foto che, tra l’altro dice pure come è stata rilasciata la foto (non che questo previene da un uso illecito, come già detto), uno che vuole prendersi la foto senza riconoscermene nemmeno la paternità dovrebbe tagliare la foto in modo pesante o editarla in modo che non mi verrebbe difficile dimostrare la proprietà dello scatto semplicemente esibendo il file raw (il file fotografico coi dati grezzi del sensore) completo.

Dedicato a…

Questo post è dedicato a te.

  • Tu che pensi che Facebook sia tutta Internet. Invece fuori da quel recinto c’è letteralmente un mondo
  • Tu che pensi che Facebook faccia tutto bene. Quando fa tutto in modo mediocre
  • Tu che pensi che su Facebook ci stia la Verità Rivelata e vuoi farne parte. E condividi tutto in modo acritico
  • Tu che, quando ti chiedono di visitare un sito che non sia Facebook, vai letteralmente nel panico. Mostrando quanto in realtà tu sia ignorante
  • Tu che non distingui utenti da pagine e ti ostini a creare nuovi account utente per ogni pagina che avresti DOVUTO creare. Stessa password per tutti, magari.
  • Tu che magari riesci a “rubare” anche contenuti gratuiti. Troppa fatica mettere il link di origine o almeno i crediti all’autore..
  • Tu che ti difendi con: “Ma su Facebook la vedono tutti” scordandoti che, per fortuna, non tutti sono su Facebook e sono tuoi amici.
  • Tu che concedi l’amicizia anche a: cani, porci, zecche e zanzare. Poi ti lamenti che qualcuno pubblica video porno a tuo nome e a tua insaputa.
  • Tu, che… Adesso non mi viene in mente nient’altro dedicato agli Utonti Facebookari, nel caso aggiungo, sono nel mio blog e i post li ritrovo rapidamente anche a distanza di anni, fate la stessa cosa con Facebook!

Questo post era stato pensato per essere scritto direttamente sulla bacheca di Facebook insieme a questo link, poi ho deciso si scriverlo qui perché è più comodo e su Facebook arriva il link in modo automatico.

Questo post potrebbe aver inaugurato una serie, vi ho avvistato. 😉

Le volpi e l’iUva

Premetto che questo post non è dedicato ai detrattori dell’iPhone & iC a ragion veduta, ma a tutti gli  “zampognari” che seguono il coro dei “Buuuh” senza sapere neppure di cosa parlano.

Partiamo dal caso che più mi ha fatto incavolare: il lancio di uova e farina a quelli in coda per l’iPhone 6 a Roma.

Premetto che è un’usanza che moi guardo bene dal condividere, per quanto mi piacciano i prodotti della mela, sono pigro e preferiso fare l’ordine online, ma non mi permetto di giudicare chi lo fa (al massimo li sfotticchio bonariamente). MAnia di protagonismo? Forse. Spendono troppi soldi per un telefono? Cazzi loro de delle loro banche, Uno può disporre dei suoi soldi come meglio crede, nei limiti della legge, o no?. Ma poi quella della fila davanti agli Apple Store è un’usanza nata con gli iPod e gli iMac colorati (non mi risulta li facessero per i Macintosh), erano una sorta di micro-convention di Apple fan e come tale v rispettata. Io personalmente compatisco i lanciatori, soprattutto se si scoprisse che poi vanno a prendersi a cazotti davanti ai cancelli dei grandi magazzini che fanno le supersvendite innaugurali o per i saldi di stagione (OK per i saldi ormai la ressa è solo un ricordo).

l’iPhone 6/6 Plus si piega? sicuri sicuri che non sia un caso di idiozia dell’utente? succede tutti gli anni e tutti gli anni la risposta è la stessa: “NON TENETE I CELLULARI NELLA TASCA POSTERIORE DEI PANTALONI E, SOPRATTUTTO EVITATE DI SEDERVICI SOPRA” un paio di video chiarificatori.

Notate la forza necessaria per piegarlo apposta, CULONI SBADATI!

IPhone pieghevole quanto altri di marche concorrenti:

Piccola nota a margine: uno che criticò (a ragione) Apple per l’antennagate di iPhone 4 mi ha chiesto perchè volessi vendergli anche il bumper insieme al telefono (sì ho intenzione di prenderelo, un 6). Quanti si ricorderanno dell’iPhone 6 pieghevole tra un anno, quando uscirà il prossimo iPhone da criticare?

(Social)Fotografia del nuovo millennio

Willow_red_eyesRicordo, quando ho cominciato ad armeggiare con la prima reflex, le foto di chi con una banale punta e clicca faceva foto bellissime, qualche sbavatura nell’esposizione, magari, ma inquadrature coi terzi, magari pure in bianco e nero, io invece sembravo un pivellino in groppa a un cavallo selvaggio, il mio obbiettivo di allora era di superare quelle foto anche in versatilità. Dopo anni, passato al digitale ma senza cambiare di molto la mia tecnica, ho raggiunto quell’obbiettivo, sbaglio poche foto, l’asticella da superare è decisamente più alta rispetto a quella di allora ma, guardando le foto delle macchinette di allora, e le mie mi rendo conto che in generale la tendenza è stata involutiva.

Se prima con la pellicola si ponderava ogni scatto, adesso si scatta quasi senza riflettere, ma se prima le macchinette le trovavi nel fustino del detersivo, adesso le vendono con i cellulari e sono, in alcuni casi molto vicini alle compatte DOC, a complicare le cose ci hanno pensato i social network che hanno veicolato mode stupide (gli autoscatti, ad esempio, esistevano anche prima, solo che ne facevamo meno perché in tre “selfie” su quattro si ha un’espressione beota) e errori che stanno diventando consuetudine.

Quando ho cominciato a postare le mie foto su Flickr (a proposito, ci siamo trasferiti qui), si andava a caccia di scatti altrui da preferire e da studiare passando in rassegna i dati EXIF, così ho saputo cosa migliorare e dove sbagliavo, dopo dieci anni, se sono migliorato lo devo anche a quelle foto. Con Facebook e Instagram invece si disimpara. Instagram ha sdoganato il selfie AKA Autoscatto compulsivo e l’abuso dei filtri che spesso rovinano ciò che miglioravano quando le “macchinette” incluse nei cellulari erano appena sufficienti e allora veniva comodo poter correggere una dominanza cromatica con un bianco e nero o esasperando una dominanza opposta. Oggi ho fatto un giro su Instagram e anche profili professionali che aprono ai selfie delle modelle sono stati invasi da foto color vomito post sbronza. Su Facebook mi sono imbattuto spesso in foto fatte male (su Flickr ci si scambiava spesso le opinioni su inquadrature più incisive o prospettive sballate) che avevano sotto il plauso di amici e parenti, in quel caso taccio imbarazzato io per loro (lo so, non è normale, ma ho quel genere di schiettezza che se una cosa non mi piace non riesco a nasconderlo). Se invce vi recapito la foto “corretta”, tranquilli, siete tra quelli che considero “punta e clicca digitali” e solitamente sistemo i limiti del dispositivo che ha generato la foto (contrasto migliorato, rumore del sensore, flash sparato).

Fuori dalla discussione, ma solo perché non faccio abitualmente video, quelli che si ostinano a filmare col cellulare in verticale: vi prego, piantatela, tra dieci anni vorrete non averli mai fatti!

Se avete qualcosa da aggiungere o da (ri)dire i commenti qua sotto sono a vostra disposizione.

CIRIPIRIPì!

Non si Poohò!

Capita, a volte, di avere un motivo che ronza per la testa tanto che per estirparlo bisogna ascoltarlo (credo che c’entri qualcosa la contestualizzazione della particolare strofa nel brano completo). Questo è quello che è capitato a me un paio di sere fa, cosa che mi ha fatto scoprire un CD non ancora importato nella libreria di iTunes.

Il CD era Tropico del Nord dei Pooh, uno di quelli del loro periodo d’oro, forse è il primo CD prodotto in Italia. Beh, lo inserisco nel Mac, iTunes parte e mi chiede di importare COMUNQUE il CD sconosciuto! Ancora incredulo, immetto manualmente Titolo e Artista nei campi dei tag e, più per curiosità che per altro, rilancio la ricerca su Gracenote, funziona ma mi restituisce “????????????? Tropico del Nord” come titolo.

Siamo nel 2013, iTunes come piattaforma appartiene quasi agli albori della Internet di massa e per avere titolo e lista tracce di uno dei CD “pioneristici” italiani dobbiamo dire grazie a un anonimo giapponese e non ai diretti interessati. Vabbuò!

Vi mando il video al pezzo incriminato

Qui invece vi mando alla pagina di Google Translate con la traduzione dal Giapponese (spero abbastanza fedele)

BottomHost

L’avventura di questo blog, iniziò su un hosting di quelli super economici. Non avevo idea di quanto avrei potuto spenderci e quanto traffico avrei generato, per cui quelle specifiche mi stavano più che bene. Lo lasciai per i continui disservizi gestiti con scarsa professionalità dai gestori di quell’Hosting che battevano sempre il tasto di quanto fossero economici rispetto ad altri servizi che offrivano anche meno (ma che erano meno traballanti e con customer care meno spocchiosi e supponenti).

Traslocai il blog e lasciai da loro solo un sito statico tenuto su più che altro per parcheggiarci un dominio.

RIPETO: Il blog su piattaforma WordPress non è più sui loro server. non deve esserlo, io non li pago più per tenerlo.

Ho appena ricevuto una mail da questi geniacci del marketing web.

Ciao,

E’ da un po’ di tempo che non ci sentiamo e ti scriviamo per tenerti informato su quello che accade dietro le quinte del tuo sito web.

Nel mese scorso abbiamo ravvisato dei rallentamenti su alcuni nodi. Te ne sei accorto? La causa del calo di performance e’ stata trovata e corretta. In alcuni siti venivano inviati, a ciclo continuo, migliaia di commenti di spam. Questi commenti facevano salire il carico del database di oltre 100 VOLTE il normale.

I nostri server sono si veloci e ben dotati di RAM e CPU, tuttavia, non possono reggere un carico di oltre 100 VOLTE il normale, che ne pensi?

Ci siamo adoperati per arginare il problema; una volta trovati i siti insicuri sono stati sospesi e sono stati avvisati i titolari. Ora la situazione e’ nettamente migliorata, d’altra parte i nostri server di hosting sono il meglio che il mercato possa attualmente offrire, stiamo parlando dei CLOUD SERVER SEEWEB.

Noi siamo sempre all’erta per correggere ogni anomalia e garantire un buon servizio. Tu ci puoi aiutare? ti chiediamo di tenere aggiornato il tuo sito web e se i commenti non ti servono, chiudili, o inserisci un sistema di protezione CAPTCHA. Grazie. http://it.wikipedia.org/wiki/CAPTCHA

Posto che :

  1. Non ho più un sito dinamico con caratteristiche e funzioni come quelli che hanno causato il disservizio.
  2. che per i motivi di cui al punto 1, non ho ricevuto alcun “avvertimento”
  3. anche avessi avuto ancora il mio blog presso i vostri server, questo è sempre stato aggiornato e con lo spam sotto controllo
  4. che siete stati vuoi a tarare i vostri servizi per un pubblico utonto.

Si può sapere che cacchio volete da me? Perche se volete sapere “che ne penso”, beh, penso che siete cafoni, spocchiosi, presuntuosi e anche un po’ spammer visto che credo di essere stato in buona compagnia a ricevere questa mail inutile.

Purtroppo prima di istruire il mio filtro antispam, devo trovare dove parcheggiare il dominio che ancora ho presso di voi, 10 mesi passano presto.

Social reading (a me) indigesto

Con l’arrivo dell’eBook di massa (lontani i tempi in cui la gente si stupiva quando dicevo di leggere i libri sul palmare), ecco arrivare l’evoluzione social dei club di lettura: quei club in cui si assegnava un tema, un libro o un autore da leggere in un mese e poi ci si riuniva per discuterne e leggere insieme dei capitoli. Non mi hanno mai interessato, per il semplice fatto che non ho bisogno di una spinta per leggere i libri che ho da leggere, ma solo di tempo per mettermici, possibilmente da solo; a libro finito, poi, può essere interessante sentire l’opizione di altri lettori, anche per ampliare gli orizzonti e incrementare la lista di titoli da procurarsi. È così che ho scoperto gli autori contemporanei Stross, Doctorow, Liu e una pietra miliare come Heinlein è tornato nella mia libreria dopo essere stato deluso da Fanteria dello Spazio. Il mio non vuol essere un no a prescindere, ma motivato e con precise eccezioni.

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Cara Vodafone ti scrivo

Per dirti che mi sento preso per il culo. che la risposta data a Skype e a noi clienti sa di “marameo”, che spero che la UE così come ha fatto per diritti di ricarica e SMS cali di nuovo la mannaia e obblighi tutte voi a trattare un Byte di dati per quello che è e non per quello che secondo voi trasporta. Questa è la neutralità della Rete, siete pagate anche profumatamente per permetterci di navigare (con lo stesso prezzo di un’offerta media ci si paga un’ADSL anche più performante). L’unica vostra scusa, il pericolo del collasso delle vostre reti si può evitare, tanto per fare un esempio pratico, facendo pagare pacchetti di traffico dati e pacchetti aggiuntivi per coprire l’over-bundle con costo al GB lievemente maggiorato (che noi non vogliamo le cose gratis, ma neanche le vogliamo strapagare due o tre volte).

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