Lo sbircione

Oggi volevo scrivere la mia su un argomento un po’ più sentito dall’opinione pubblica, invece parlerò di una particolare categoria di persone che incrocia spesso chi usa il computer in ambienti affollati; io lo chiamo “sbircione” e oggi ne ho incrociati già troppi.

Io gli sbircioni non li sopporto, tu stai al computer immerso nei fatti tuoi, magari molli un attimo per servire qualche cliente ed eccolo lì che ti guarda, cercando di capire se stai usando il computer e quindi fila come un siluro verso la fonte del suo desiderio IL MONITOR.

Non importa cosa io stia facendo: posta elettronica personale, della ditta, pagamenti via Internet banking o un video cazzeggione su YouTube (la roba not safe for work non mi azzardo a vederla lì); lo sbircione si piazza a lato o dietro le spalle, sbircia, fa la sua faccetta e, finalmente va a prendersi il caffè per cui era entrato.

Le varie tipologie le suddivido a seconda della “faccetta” che fanno.

Quello che è più compulsivo (e fastidioso come un moscone) di tutti, entra, costeggia tutto il bancone come fosse un defilé, arriva ad altezza sbirciata, rallenta fino quasi a fermarsi si gira sbircia alzando un sopracciglio e va a prendere posto al banco come se nulla fosse.

Quello che superato il registratore di cassa (a metà del bancone) urla rendendo palese che sta per venire a controllare quello che sto facendo, di solito è uno che di computer ne capisce quanto ne capirebbe un neanderthal ma deve vedere e giudicare quello che stai facendo, se per disgrazia la pagina web che sto visionando ha un banner con una donna che mostra anche mezza coscia esordisce sempre a voce alta: “Guarda un po’ che guardi di bello.” (Mi è capitato anche quello che ancora un po’ e voleva conoscere “la ragazza in chat” e non credeva che fosse solo pubblicità).

Quello che viene pensando di scroccare qualche film o di beccarmi in chat con qualcuno e puntualmente trova notizie tecniche in inglese che non capisce e fa la faccia di quello che pensa “ma sempre ste cose che non servono a nulla?”. Questi li polverizzo col migliore dei miei sguardi di sufficienza a esprimere un gran “E ‘mo che hai visto?”.  A questa categoria appartiene il Pirla Supremo (non faccio nomi per decenza) che beccandomi durante una conversazione via Skype (a webcam spenta, cuffie e microfono integrato del laptop) una volta appurato che dall’altra parte c’era una donna si mise ad urlare: “Oh, ma chi è? Com’è? La conosci?” e via di questo passo, finché riuscii a mettere il mute alla conversazione, mandarlo sonoramente a quel paese e recuperare l’altra che sghignazzava. Uno che fa l’equazione chat via internet = aspiranti donnine allegre, ormai sparo a vista.

Il non plus ultra è quello appartenente alla categoria che chiamo “il pappagallo sul trespolo” (che poi sarebbe lo sportello di accesso al banco ricevitoria) questo si ferma e guarda cosa fai al computer anche se non glie ne frega nulla o glie ne fregherebbe se capisse quello che passa sullo schermo. Sarebbero innocui ma sapete com’è mi fa strano digitare password sui siti bancari con un tizio che mi guarda con aria interessata. Tu lo guardi di sbieco, il cursore che blinka impaziente nel campo password, il puntatore del mouse che fa la spola tra la parola “Password” e il pulsante “Entra” e lui che ti guarda strano non capendo il perchè del tuo fare ostile, quasi offeso.

Mentre scrivevo il post è capitata una persona che spesso usa il “trespolo” per fare quattro chiacchiere col sottoscritto, visto che si è sentita tirata in mezzo, specifico che ovviamente chi viene invitato dal sottoscritto non è incluso negli esempi appena elencati. 😉

5 pensieri su “Lo sbircione

  1. sheldonpax
    Mozilla Firefox 3.5.5 Mac OS X 10

    Stefano ci avrei pensato ma devo trovare il modo di esporla in modo che sia inequivocabilmete rivolta alla persona giusta. 🙂

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