Contenuti e contenitori digitali

Spesso sembra che non mi spieghi bene o che viva in una situazione al limite dell’immaginabile perchè mi perdo in discussioni in cui il mio interlocutore sembra non comprendere il mio punto di vista per cui ci troviamo su posizioni contrapposte pur dicendo le stesse cose. Mi è successo ultimamente discutendo di contenuti digitali contrapposti alle controparti analogiche e, di rimbalzo, di quel cancro chiamato DRM.

Inquadriamo la mia situazione: mi piace la musica, mi piace leggere, mi piace il cinema, ma sono distante anni luce da un negozio di dischi e dalle rotte dei concerti, da una libreria che possa definirsi tale e da un cinema quanto meno decente, per un motivo: non ho automobile e i mezzi pubblici qui in Basilicata fanno ridere (mi ci vedete fare 200 Km per un libro o un CD o per andare a vedere un film?). A questo punto voi mi crederete uno uso a scaricarsi l’impossibile da Internet; beh, ci avete quasi preso, dico quasi perché non uso molto il p2p per scaricare quella roba, ma cerco di comprare senza esagerare la musica che m’interessa, e, da quando ho un ereader, i libri che voglio leggere, per i film assaggio sul P2P e poi decido per il DVD o Sky.

Il media digitale nudo e crudo mi ha conquistato (e non sono il solo, visto che Blockbuster è fallito) il supporto stante la fruibilità del contenuto è diventato ininfluente, carta e dischi di plastica e alluminio possono restare sugli scaffali… ok la carta magari la usiamo ancora per un po’ ma la versione elettronica soddisfa già da sola il mio bisogno di storie  da leggere, se solo i DRM fossero un’eccezione e non la regola, direi che potrei renderlo il mio supporto preferito, basti solo pensare che non si resta mai senza nulla da leggere e le soluzioni basate su LCD stanno diventando meno scomode, grazie a nuovi pannelli meglio contrastati e retroilluminati, ho avuto la sfortuna, non potendo provare certe cose prima di comprarle, di aver preso un reader con lo schermo col peggior contrasto della categoria ma bisogna riconoscere che il difetto è superabile; alla peggio i nuovi lettori costano meno e offrono molto di più e di sicuro si possono considerare investimenti in cultura visto quanto fanno leggere (in realtà il PRS-600 potrebbe avere dei problemi al connettore USB visto che ogni tanto perde la connessione, due o tre cadute potrebbero aver peggiorato la situazione 🙁 ). Basta caratteri microscopici o margini assenti, se un libro non è edito in Italia non devo sbattermi per recuperare un’edizione originale e leggere in inglese è meno difficile grazie a un buon dizionario richiamabile con un paio di tocchi allo schermo, questo ripaga del tutto il non sentire la carta sotto i polpastrelli.

Con la musica il discorso è simile, anche se nel passaggio da analogico a digitale o da digitale a digitale compresso si perde informazione e qualità, quindi chi dice di preferire i supporti analogici o non compressi e lossless ha i suoi buoni motivi, ovviamente deve avere un Hi-Fi degno di tal nome o sono solo pippe mentali perché quella differenza non può apprezzarla a meno di non avere una sensibilità uditiva sovrumana. Io non ricado in questa categoria, un aac a me suona come un CD, un vinile non riesco più a riprodurlo perché ho il piatto ma non più l’amplificatore e gli altoparlanti, le cassette… ma per favore! Perché dovrei preoccuparmi di prendere roba su iTunes o Dada o qualunque altro vendor di musica DRM free (qui finalmente è la regola e non l’eccezione), meglio ancora se posso prenderla direttamente sul sito dell’artista come è successo con gli ultimi due dischi di Paul McCartney, l’ultimo dei quali aveva anche un video di due ore e mezza di concerto. Non ho il cofanetto extralusso? e chi se ne frega Ho visto il concerto la sera stessa è nel mio iPhone ho ascoltato le tracce migliori del Live la mattina dopo e niente patemi con spese di spedizioni che raddoppiano l’importo dell’ordine, ordini cumulativi, corrieri che non passano… Io, la Rete, gli artisti e le loro opere. PUNTO

…Per i DRM c’è bisogno di un post ad hoc.

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