Social reading (a me) indigesto

Con l’arrivo dell’eBook di massa (lontani i tempi in cui la gente si stupiva quando dicevo di leggere i libri sul palmare), ecco arrivare l’evoluzione social dei club di lettura: quei club in cui si assegnava un tema, un libro o un autore da leggere in un mese e poi ci si riuniva per discuterne e leggere insieme dei capitoli. Non mi hanno mai interessato, per il semplice fatto che non ho bisogno di una spinta per leggere i libri che ho da leggere, ma solo di tempo per mettermici, possibilmente da solo; a libro finito, poi, può essere interessante sentire l’opizione di altri lettori, anche per ampliare gli orizzonti e incrementare la lista di titoli da procurarsi. È così che ho scoperto gli autori contemporanei Stross, Doctorow, Liu e una pietra miliare come Heinlein è tornato nella mia libreria dopo essere stato deluso da Fanteria dello Spazio. Il mio non vuol essere un no a prescindere, ma motivato e con precise eccezioni.

Vediamo i servizi a cui sono iscritto o che sto provando: le social-bookshelf Anobii e Zazie e i social reading veri e propri Kobo e l’appena aggiunto Readmill.

Anobii è una piattaforma in eterna crisi di sviluppo, esiste una versione 2.0 ancora in beta che include anche un negozio di libri elettronici, probabilmente per far cassa e poter magari inventire qualcosina in più sulla piattaforma e sulla lista di titoli. Ha il suo tallone di achille proprio negli ebook, che molto spesso mancano e si è costretti a fare la scheda che comparirà tardi al punto che il libro potrebbe essere già stato letto e digerito, vanificando del tutto la parte social. Molti per ovviare a questo inseriscono nella propria libreria un’edizione cartacea al posto dell’ebook. Al momento lo tengo solo perchè ci ho speso molto in termini di tempo, ma il concorrente sta recuperando terreno.

Zazie clone “emotivo” di Anobii, fa tutto quello che fa il capostipite ma in più ha i consigli sotto forma di smile umorali chiamati mood, comoda funzione di importazione della libreria di Anobii e miglior suppporto degli ebook anche se al momento in cui scrivo qualche scheda è da sistemare. Unica pecca il non poter correggere le schede da soli, penso per precisa scelta dei gestori. Al momento con zazie collabora la libreria BookRepublic, questo dovrebbe garantire al portale social un archivio aggiornato e alla libreria un compendio di recensioni e consigli a compendio dei libri in vendita.

Kobo, parte come clone di Amazon Kindle con libreria e lettore dedicato con sistema di distribuzione push via cellulare, meglio di Amazon per formato di file gestito e per la possibilità di scaricare il file con Adobe Digital per i lettori diversi dal loro (in Italia distribuito da inMondadori, ex Bol.it), buon catalogo internazionale ma da poco ha implementato un portale social per permettere ai propri contatti di sapere quando leggi, quanto leggi, cosa leggi e dove sei arrivato. Per me è decisamente troppo, pazienza per i badge da boyscout della lettura.

Aggiunto da un paio di giorni e non ancora testato del tutto è Readmill, che però con me parte svantaggiato: nessun contatto tra quelli di Facebook e Twitter (e ho qualche contatto USA), pochi contenuti italiani già caricati per cominciare a riempire il profilo con elementi consoni ai propri gusti letterari, da quello che ho capito, è social reading puro che usa il cloud per accedere alla propria libreria da qualunque dispositivo collegato (tablet, smartphone o, per i masochisti, i laptop) e leggere da lì i propri ebook; per cui ho caricato solo parte della mia lista di ebook da leggere e appena avrò qualcuno con cui condividere le letture potrò testare quanto è invasiva la cosa. Plus di questa piattaforma, la possibilità di caricare i file ACSM: i file che permettono l’accesso ai libri protetti col DRM Adobe, diventa possibile leggere sui dispositivi iOS anche questi testi (sempre che quel DRM stia ancora in sede). si possono condividere solo stralci di libri, che possono essere commentati, non ho ancora sbirciato per timore dei classici pipponi intellettualoidi su due righe di testo di un libro, ma prima o poi mi toccherà. Dopo un primo test di lettura su un iPad 2 (no Retina Display) tocca rilevare un sistema ancora immaturo rispetto a altri reader, iBooks in testa; solo tre dimensioni carattere contro una maggior granularità del reader made in Apple che consente step di un corpo carattere alla volta, sembrerebbe bloccare a livelli alti la luminosità dello schermo, combinando insieme solo questi due difetti ci ritroviamo con gli occhi in fiamme dopo pochi minuti e l’unico reader con ePaper supportato è quella inculata commerciale a nome Kindle.

Concludo questo excursus rapidissimo evidenziando un difetto comune delle piattaforme Kobo e Readmill. La rilevazione delle statistiche di lettura e la loro valutazione. Entrambe calcolano il tempo passato tra un’apertura e la chiusura di un eBook come si farebbe con un cartaceo, senza considerare la possibilità di leggere un ebook anche fuori da quella piattaforma; per le statistiche diventeremo più veloci di Superman con le pagine di capitoli interi lette in un secondo, usando quella media per calcolare quanto manca alla fine del libro. Non ci sarebbe alcun problema se qualcuno non ci facesse classifiche e badge in regalo (spammando la notizia, falsa, ai quattro angoli del web).

Infine un concorrente indiretto che ha dato la componente social in outsourcing. iBooks 3 (per chi ha iOS) ha aggiunto la possibilità di condividere il testo evidenziato su Twitter e Facebook e di commentarli. Forse è la cosa migliore visto che esce solo lo stretto necessario e se leggo un libro erotico o Twilight (pure ipotesi di “sfumature” e vampiri che trovo poco interessanti) posso evitare che si sappia in giro o che lo sappia solo Tizio e/o Caio.

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