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Oggi finalmente il mio MacBook Pro 13″ mid 2009 (per gli amici: Pippo) ha ricevuto un drive a stato solido come da tempo programmato.

I piani originali prevedevano l’adozione di una plancia da montare al posto del masterizzatore in cui alloggiare un secondo disco poiché ho necessità di avere parecchio spazio per le foto che scarico dalla reflex, ma le cose sono andate meglio del previsto.
Mentre mi informavo sulle procedure, sulle difficoltà dell’intervento radicale richiesto da kit come quello dell’optibay, i dubbi aumentavano sempre di più, dal solo SSD ero giunto alla conclusione di dover prendere anche in altro HD a piatti rotanti per poter abilitare la modalità Fusion drive, poi sono arrivati dubbi sulla bontà di questa soluzione con dati che vengono spostati spesso da un drive all’altro, logorando quello a stato solido per nulla, poi i dubbi su dove mettere i due drive visto che il masterizzatore è molto vicino a uno dei punti caldi del portatile, insomma molti dubbi che si univano all’unica certezza di una spesa importante da non sbagliare.

Mi procuro un kit per riparazioni professionale da iFixit per evitare di friggere le schede toccandole maldestramente con le dita grosse che mi ritrovo, un bel giorno mi ritrovo a parlare di prezzi di SSD su Facebook e mi viene lo schiribizzo di controllare i miei soliti siti di e-commerce informatico. Scopro che nel mio budget (350€ max per SSD e 100-150€ per l’altro disco più optibay) adesso trovo anche dischi SSD di capacità adeguata e così mi sono buttato su un Crucial M500 da 960GB20140513-195423.jpg. Nel frattempo che il prezioso oggettino giungesse nelle mie mani mi sono informato su TRIM e OS X, firmware SSD da aggiornare e, ancora più importante, LA scelta: clonazione del disco di sistema o ripristino da TimeMachine?

La prima questione viene risolta da Trim Enabler, piccola utility che per 10$ ti fa anche le ottimizzazioni ad hoc al portatile (come lo spegnimento del sensore di movimento, inutile con un SSD); tutto perchè Apple abilità il Trim solo per i dischi marchiati Apple, il firmware nuovo da installare sul disco ha proprio una patch specifica per il mio modello, quindi va fatta assolutamente, ma convincere il firmware a mettersi su una chiavetta è stato impossibile, si opta quindi per un CD masterizzato appositamente per i pochi mega di DOS e firmware, da installare prima di OSX. L’ultimo punto dipende dalla tempistica e dalla necessità di usare o meno il portatile nel frattempo, inoltre serve un’altra applicazione per la clonazione maggiormente compatibile con l’ultimo OS X.

Domenica, durante l’ultimo backup di TimeMachine il disco di backup si sconnette per motivi ignoti mandando tutto all’aria, oggi finalmente il disco arriva ma devo rimettere prima in pista il disco verificandolo con l’apposita utility di OS X, la procedura prende tempo, decido di muovermi verso la clonazione e scarico il software SuperDuper, gratuito per le semplici clonazioni, a pagamento se si vogliono funzioni evolute, monto il nuovo in una scocca esterna USB2 e mi accingo alla clonazione che però porta troppo tempo e il portatile resterebbe comunque inutilizzato, ritorno verso la “via” TimeMachine, visto che il disco aveva fatto diversi backup ed era aggiornatissimo a dieci minuti prima dell’avvio della clonazione; faccio solo un test di avvio dalla chiavetta con su Mavericks che avevo creato qualche mese fa, dopo il rilascio di OS X 10.9.2. Tutto a posto!

Chiudo lo schermo, prendo il set di cacciaviti iFixit e apro il fondo del portatile, rimuovo il fermo del disco fisso lo prendo delicatamente in mano e stacco il connettore SATA… notato nulla? NON AVEVO SPENTO IL PORTATILE!!! In fretta rimonto il disco, prendo la placca di alluminio che sta sul fondo, l’appoggio senza fissarla con le viti, giro il tutto sulle mie ginocchia, apro il laptop e lo spengo, constatando che OS X non si era accorto di nulla. (Chiunque sia quello che ha progettato lo stop dei Mac: GRAZIE!) Monto finalmente il disco, richiudo tutto e vado a recuperare il CD-ROM su cui avevo masterizzato l’utilità per flashare l’SSD con il nuovo Firmware, due volte il giro della procedura di boot perché l’EFI fa il permaloso, parte il CD-ROM, fa tutto lui visto che rileva solo un disco aggiornabile e invece di 30 o 60 secondi ce ne impiega almeno 120, facendomi sudare freddo.

Nel momento in cui sto scrivendo il sistema è in ripristino e ci dovrebbero volere ancora tre ore, dovrei pubblicare questo post proprio dal mio MacBook rivitalizzato domani, dopo aver corretto tutto sull’interfaccia web di WordPress, visto che quello della app fa ancora cagare.

THE DAY AFTER Mac ripristinato con ampio anticipo sui tempi previsti, il post ripristino è un po’ schizofrenico perchè OS X deve riscrivere tutta una serie di file e l’accelerazione è appena percepibile, al momento le applicazioni partono al volo poi “si fermano a rifletere”. Di certo no ho lo spunto che avrebbe su un MacBook di due anni più giovane , il mio bus è esattamente la metà della banda massima utilizzabile dal disco.

OS X SSD

Nuvole e (conseguente) pioggia

Ho sempre pensato che il cloud fosse una buona alternativa, ma che non dovesse soppiantare la possibilità di mantenere i dati utili e quelli critici in locale, per questo preferivo la soluzione ibrida di Apple iCloud a quella più pura di Google, tralasciando il fatto che entrambe hanno fatto grossi danni. Da un po’, però, anche Apple ha aumentato il quantitativo di dati “solo online” e per chi come me (e i miei corregionali) vive in zone telematicamente degradate la cosa rappresenta un problema.

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