Alla Deepcon e ritorno

Ritorno alla normalità, mi ci sono voluti due giorni per mettere in ordine i ricordi di quattro giorni densi di incontri e avvenimenti, due giorni in cui è cominciato il tamtam di email e quello fotografico. Cos’è una Deepcon l’ho detto già nei post dell’anno scorso e in quelli di avvicinamento all’ultima, questa poi l’hanno trasmessa anche in virtuale, ma credetemi, potete non esservi persa una conferenza interessante, ma l’atmosfera di allegra goliardia la trovate solo in loco.

Anche quest’anno il viaggio finisce bene, la connessione a Twitter mi permette di aggiornarne l’andamento tappa per tappa. La fase critica l’ho avuta sceso dal pulman arrivato con un leggero ritardo alla Stazione FS di Salerno, lo sportello unico della biglietteria ingolfato da una fila lunghissima e lenta di viaggiatori mi ha fatto fare il biglietto per il regionale Roma-Fiuggi appena in tempo per non perdere il treno.

Arrivato a Roma Termini vengo intercettato da Muaddip e a Fiuggi ci uniamo ad altri deepconer romani, arrivati in albergo noto alcune assenze eccellenti molti sono ancora per strada, altri arriveranno in serata, qualcuno verrà dal venerdì. Davvero un anno dal calendario “storto” questo 2008, non c’è che dire.

La Deepcon comincia che sto ancora salutando e chiacchierando con gli amici appena ritrovati, scappo in sala per assistere alla conferenza sulle intelligenze artificiali nella fantascienza, quest’anno la regia è gestita da macbook nuovi fiammanti, il Mac Mini è storia. Le foto vengono giù copiose e la scheda di memoria si riempie rapidamente, aperitivo pre eatcon e cominciano a circolare le prime news per la caccia fotografica tra partecipanti, fil rouge della manifestazione che ha prodotto foto stravaganti anche in occasioni “serie” (le Nikon serie D sono state ditribuite tra i due schieramenti).

La cena del giovedì promette bene sulla qualità del menu di quest’anno, faccio anche il bis del dolce in barba all’imminente eatcon (m’è andata bene). L’assemblea sociale mi rivede proboviro per il secondo anno, alla eatcon però la quasi-hola la fanno ai dolci. (…e non preoccupatevi per Rossana che i suoi li ho messi da parte!)  Purtroppo non si riesce a tenere la riunione dei Macchisti  fantascientifici beh conserveremo le spillette fatte da S* per l’anno prossimo, anzi, proporrei di riunirci nella stessa sala della eatcon tanto non abbiamo bisogno di molto.

Il venerdì mattina, visto il programma orientato all’editoria, cerco di collegarmi a internet per caricare le prime foto, ma butto via una carica di batteria senza riuscirci decido che le foto le metterò su da casa (infatti lo sto facendo proprio in questo momento), incontro pomeridiano con Suzie Plakson che ci regala anche una performance canora, la serata si conclude con la sfilata dei costumi, sperimentalmente al venerdì e a chiudere un giro di “chi vuol esser fantascientifico” con qualcuno che cerca ancora risposte su Vampirella. La serata si riassume in una sola parola: Ratman.

Sabato veniamo graziati e il programma comincia un ora più tardi per la defezione dell’ASI. Peccato perché era una delle conferenze che aspettavo di più; Lolita Fatjo cambia argomento in corsa e invece di parlare dello sciopero (cui accennerà appena) ci chiede delle aspettative del prossimo film di Star Trek (una specie di Messia ormai). Pomeriggio con gli ultimi ospiti tra cui Mira Furlan che è stata un po’ legata dalla presenza del figlio e dal jet-lag che ha recuperato solo domenica, peccato, speriamo torni in futuro, magari col pargolo più grande riuscirà a fare tutto. Serata di premiazioni per il Premio Italia che quest’anno vedeva in finale anche un mio articolo apparso su Alpha Quadrant che presto potrete leggere su queste pagine in versione ampliata. Serata conclusa giocando fino alle quattro del mattino col cervello che andava in Stop a lobi alterni. Gran Premio non pervenuto: dormivo.

La domenica mattina parte con la notizia tragica della disfatta Ferrari, ultimo turno all’asta silenziosa in cui rilancio le offerte per un paio di oggettini e già dal pranzo cominciano i saluti all’anno prossimo (quest’anno nessuno mi ha chiesto se ci vediamo a Maggio, stranamente a Maggio forse vado a Roma e con qualcuno potremmo anche vederci), il pomeriggio ultimi interventi senza traduzione per la gioia delle traduttrici, si ritirano gli oggetti aggiudicati all’asta silenziosa e ci si ritira da qualche parte in albergo. (io ho provato a fare i soliti cd di foto per chi non ha tempo e pazienza di scaricarsi il malloppo, ma ho scattato troppe foto e Lightroom è poco collaborativo sul mio computer)

La serata finisce al solito cazzeggiando dopo cena e una volta in camera ispezionando ognii cosa che possa contenere vestiti o oggettistica varia che si rischia di dimenticare in albergo (sono riuscito a perdermi UN pallino della divisa TNG, sei anni or sono) ; lunedì mattina sveglia presto per partire un ora prima del tempo utile a prendere il treno, arrivavo alla stazione quando il gruppo che sarebbe arrivato a Roma con me partiva dall’hotel.

Questa è la Deepcon che si può raccontare, gli altri momenti non è che sono segreti, ma se non si vivono, non ci sono parole che rendano perfettamente l’idea; sarebbe sempre una descrizione troppo fredda per descrivere davvero la cosa e per chi si stia chiedendo che fine ha fatto lei nel racconto, beh, c’era e ha fatto la sua parte per rendermi i quattro giorni memorabili anche se in senso negativo. Mi ha tirato tre frecciate al curaro, magari mi ha detto anche altre cose con la sua solita cordialità (assolutamente standard), ma quest’anno mi ricorderò di quelle tre cose che mi ha detto, alla terza ho anche avuto una reazione scomposta, ammorbidita in extremis dal mio solito sarcasmo, mi ha salvato la battuta di un amico fatta per sdrammatizzare la situazione.

Ho un anno per imparare a non pensare a lei, a considerarla un guscio vuoto, una statua che sta lì a far scena, che presto si confonderà col resto del mobilio, poi un giorno magari riusciremo a dirci “ciao”senza pensar male l’uno dell’altra. Quello che mi rode è che ci stavo riuscendo da solo, senza spargimenti (metaforici) di sangue.

2 pensieri su “Alla Deepcon e ritorno

  1. sheldonpax
    Mozilla Firefox 3.0b4 Mac OS X 10

    Una piccola grande macchia in una Deepcon quasi perfetta (il quasi c’è perchè non sono riuscito a fare tutto quello che avrei voluto). La cosa paradossale, che è anche quella che mi fa più rabbia, è che è stato un eccesso di prudenza da parte sua, avesse fatto le cose come l’anno scorso non succedeva niente.

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