Lego Story

La prima scatola di Lego me la regalarono quando fui ricoverato all’ospedale di Verona per la seconda (e al momento ultima) operazione correttiva per la labbioschisi, avevo circa cinque anni e per me erano “le costruzioni delle macchinine” e il set era una stazione di servizio della Shell e non ricordo che fine fece una volta rientrati a casa (ma ricordo che ci giocai), anni dopo mi feci comprare un set a scelta dei miei; “basta che siano Lego”, e mi arrivò l’ufficio postale di Lego City.

Con quello si fermano i regali fatti “direttamente” a me, ma una delle fortune/sfortune di avere dei fratelli più piccoli e che poi tocca a loro e se col secondogenito mi è andata male, visto che avevamo gusti diversi in fatto di giocattoli, il terzo era perso per la serie di Robin Hood e Il Cavaliere Nero. Riuscì a farsi regalare, dopo vari depistaggi dei miei a suon di scatole Lego generiche, il castello del Cavaliere Nero (col mio aiuto, in quanto dissi a mia madre che siccome toccava a me costruirlo, “Babbo Natale” poteva portarmi un regalino giusto per formalità) mi prese tutta la giornata, costruirlo, mentre mio fratello giocava con le minifig. Ponte levatoio e cancello memorabili! Quando il proprietario lo fece cadere accidentalmente dal tavolo mi ricordo che incavolai come fosse mio. A quello seguì un kit Technics che montai sempre io e poi più nulla, alla fine a lui il lato costruttivo non interessava e i Lego erano troppo costosi per essere messi nella lista insieme alla paccottiglia informatica che per me era prioritaria (anche perchè di spazio per tenere integri i kit assemblati non ce n’era).
Sposati i due, restato di nuovo da solo e guadagnato qualche decimetro quadrato su mensole abbastanza alte da non essere raggiungibili dai nipotini, la voglia di mattoncini si è rifatta viva con l’introduzione dei kit “da grandi”. Sono riuscito a star buono con le astronavi grosse di Star Wars grazie ai prezzi, ma quando ho visto lo shuttle non ce l’ho fatta più, anche perchè molti amici e conoscenti cominciavano a postare foto e video dei loro kit assemblati.
Preso lo scatolone pieno di mattoncini ho aspettato il primo giorno di riposo settimanale per godermi il suo assemblaggio mattoncino dopo mattoncino (il migliore antistress, da provare); non avevo fatto i conti con mio nipote che sarebbe venuto a pranzo proprio quel giorno e il kit era pieno di pezzi piccoli difficilmente spostabili una volta disseminati in gruppi ordinati sul tavolo della cucina (memo per il prossimo kit gigante: munirsi di cinque o sei vassoi o vaschette) decisi di montare metà orbiter la sera prima in modo da far sparire il grosso dei pezzettini… Mi sbagliavo di grosso, quello con molti pezzi piccoli era il serbatorio, decisi di continuare a oltranza che tanto la parte difficile (il carrello) era fatta: altro errore! Avevo cominciato alle 23:15 di giovedì, finii il pad su cui appoggiare lo shuttle completo alle 9:45 circa, ebbi il crollo di sonno alle 12… Adrenalina da vendere a secchiate quella notte, ma mi sono ripromesso di non farlo più!

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Mesi più tardi il mio nipotino, che chiameremo Attilino, mi chiede per il compleanno i Lego o Saetta (McQueen) io decido per uno dei kit Lego di Cars e mentre spulciavo il sito della casa madre parallelamente ad Amazon.it mi imbatto in una serie prossima al debutto: Super Heroes. Praticamente sfruttano i successi videoludici legati a Lego Batman, introducono il prossimo Lego Batman 2 (che si dovrebbe chiamare più correttamente Lego JLA) e cavalcano l’onda degli Avengers di Marvel. L’unico kit con Superman contiene anche Luthor che pilota l’armatura potenziata e Wonder Woman… Doveva essere mio!
Col compleanno ormai prossimo ordino il tutto di Amazon risparmiando spedizione e più di 10€ sul prezzo di listino Lego, Attilino vede il pacco e, siccome rispondo picche quando mi chiede in anticipo il suo regalo, pretende di aiutarmi a montare il kit con “Tupemem”.
Nel pomeriggio mi raggiunge in mansarda e… Appena vede tutti quei mattoncini strani decide di giocherellare un po’ con le minifig, prova a passarmi qualche pezzo ma poi si arrende e si guarda per l’ennesima volta Cars sull’iPad; si rifarà coi suoi Duplo. La cosa che mi ha fatto riflettere è che nei continui “passami il mattoncino quadrato-e-sottile/lungo/con-la-pallina” ci siamo divertiti e, quando abbiamo finito, abbiamo collaudato l’armatura insieme con tanto di spiegazione di cosa faccia la kriptonite a Superman.
Credo di aver contagiato la prossima generazione, intanto comincio a guardare dove parcheggiare un Super Star Destroyer o una Nebulon-B Frigate
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